CLOSE, il potere dello stare insieme che emerge dalla solitudine
Il fotografo slovacco Michal Zahornacký indaga sul posto umano all'interno dell'architettura. Nella sua serie “Close” guarda al mondo pandemico dell'isolamento e al sentimento di vicinanza evocato dal forzato allontanamento sociale

«Rifletto il mondo dell'isolamento nelle mie 28 opere d'arte minimaliste» questa è la veloce spiegazione che Zahornacký offre a coloro che guardano le sue creazioni che catturano alcuni angoli impeccabili che mostrano la grandiosità degli edifici fotografati, la loro simmetria amplificata dalla ripetitività mentre indaga sul posto umano all'interno dell'architettura.

Lui dice: «Abbiamo dovuto affrontare tutti molti cambiamenti e sfide nel 2020. L'anno è iniziato e gradualmente siamo stati tutti costretti a rimanere a casa. Abbiamo dovuto cambiare le nostre abitudini per far fronte a un blocco. Vivo in un condominio. Ho passato il mio tempo a guardare dalla finestra dove posso vedere la bellissima natura; è stato molto calmante per me. Ma ho visto anche molti altri condomini lì. Guardandoli ogni giorno, ho iniziato a vederli in modo diverso. Mi è piaciuto come il sole e la luce cambiano in diversi momenti della giornata. Alla fine, ho iniziato a fare foto. Essendo un fotografo ritrattista, era diventato impossibile lavorare per me.

Ho iniziato a fotografare quello che vedevo. “Project CLOSE” mostra la mia opinione sulla pandemia. Siamo diventati tutti più vicini nei nostri cuori, abbiamo lavorato tutti insieme come umanità per sopravvivere alla pandemia nel miglior modo possibile. Troverai elementi di ripetizione nei progetti. Per me è stato uno strumento per esprimere i miei sentimenti, la mia situazione e la mia paura.»

Il fotografo, che vive e lavora in Slovacchia, riempie continuamente i suoi fotogrammi con la stessa immagine, ogni singolo elemento si fonde senza soluzione di continuità contro l'altro, ottenendo un risultato surreale usato come una metafora appropriata per le comunità legate insieme in isolamento.