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Lo Spazio Morale: gli architetti in mostra

Nicola Valente

La rassegna, con un percorso di 37 pannelli, presenta l’impegno delle organizzazioni no-profit costituite da architetti, che in tutto i mondo portano il valore dell’architettura là dove c’è più bisogno




In un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo, parlare di cooperazione internazionale e di aiuti verso le popolazioni più in difficoltà, sembra essere quasi fuori contesto. Ritengo invece che parlare di certi temi non sia mai fuori luogo e farlo proprio in questo momento particolare forse ci fa capire meglio come ci sia sempre bisogno di aiuto e solidarietà. L’occasione per parlarne ci è stata data dalla mostra itinerante “Lo Spazio Morale, Architetti nella Cooperazione tra solidarietà e sostenibilità”, che in questi giorni ha fatto tappa a Montalcino presso i locali di OCRA (Officina Creativa dell’Abitare).


La rassegna, organizzata e promossa dal Consiglio Nazionale degli Architetti e da una ventina di organizzazioni no-profit costituite da tecnici e professionisti del settore, è stata inaugurata martedi 27 ottobre con una conferenza on-line che ha visto la partecipazione di Walter Baricchi (Consigliere nazionale e coordinatore del dipartimento Cooperazione Solidarietà e Protezione Civile), Ferdinando Adorno (Direttore Architetti senza Frontiere Toscana) e Edoardo Milesi (Direttore della Scuola Permanente dell’Abitare). Tale evento ha evidenziato il grande impegno civile di tantissimi Architetti italiani che operano in situazioni di emergenza nell’ambito della cooperazione internazionale in territori colpiti da disastri e calamità naturali.



La mostra, costituita da 37 pannelli, dimostra una volta per tutte e in maniera tangibile come la buona progettazione e la buona architettura abbiano inciso positivamente nelle comunità locali bisognose. È la dimostrazione di come l’architettura abbia un vero e proprio ruolo sociale per risolvere problemi concreti senza cadere nella banalità della semplice beneficenza che spesso viene fatta per risolvere piccoli problemi di coscienza e senza sapere come questi soldi vengono effettivamente utilizzati. In un Paese come il nostro, dove ormai non esiste più l’Urbanistica e dove l’Architettura è autoreferenziale ed ha acquisito sempre di più un ruolo di “marketing sociale”, è sempre più difficile incidere positivamente nella nostra società cercando di migliorarla. La mostra “Lo Spazio Morale, Architetti nella Cooperazione tra solidarietà e sostenibilità" e la conferenza, hanno dimostrato invece come le competenze tecniche degli architetti abbiano un importante valore sociale e di come l’Architettura sia importante nell’abbattere le diseguaglianze e consentire la costruzione di un futuro sostenibile a servizio della collettività. Speriamo che lo capiscano anche i politici del nostro Paese.



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© Edizioni Archos

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