Preghiera alla Terra
Le opere dell'artista salentino Vincenzo Congedo esprimono il suo amore e il suo attaccamento alla Terra

Nell’ultimo lavoro di Vincenzo Congedo, “Preghiera alla Terra” si nota tutta la disperazione, la rabbia e lo sdegno contro l’uomo che brucia l’albero d’ulivo e distrugge la terra. Allo studio della storia dell’arte, all’educazione della forza coinvolgente dell’impressionismo, da allievo, Congedo è stato guidato e aiutato a crescere artisticamente dalle lezioni del poeta Vittorio Bodini, che ebbe come insegnante quando frequentava l'Istituto d'Arte G. Pellegrino di Lecce. Nella pittura, ma molto di più nella fotografia si vedono i valori estetici del paesaggio e della terra del Sud che Bodini insegnò con forza e con grande sapienza poetica. La solitudine dell’intellettuale, l’inquietudine del pensiero, come l’appartenenza alla Terra legarono l’alunno Vincenzo Congedo al suo professore poeta, non solo per il gusto della ricerca ma più ancora per la sensibilità verso la cultura salentina.
I versi “In foglie di Tabacco” esaltano questa vicinanza:
Viviamo in un incantesimo,
tra palazzi di tufo,
in una grande pianura.
Sulle rive del nulla
mostriamo le caverne di noi stessi
qualche palmizio, un santo
lurdo di sangue nei tramonti, un libro
letto, di pochi fatti che rileggiamo
più volte, nell’attesa che ci dia
tutta assieme la vita
le cose che crediamo di meritare”.

"Preghiera alla Terra" di Vincenzo Congedo
La forza paesaggistica del poeta Bodini è l’ambiente sentito e vissuto da Vincenzo Congedo. Nelle sue vene scorre il sole e la forza della luce e i suoi piedi conoscono a memoria la terra, i colori, la generosità della fertilità. La Terra ha goduto della protezione degli dèi: Persefone per i greci, Flora per i romani. L’artista galatinese si muove nel rispetto della forza antica degli dèi. I poeti hanno pregato con la poesia la Terra. Giovanni Pascoli nella raccolta “Tamarici” esalta i fiori e le piante e con la poesia rende grande la bellezza della natura che rinasce nella terra di primavera. L’artista Congedo studia l’ulivo, lo cerca, lo fotografa per raccontare la sua storia e per denunciare la sua morte. Il Salento è cambiato, ha perso il verde argento delle foglie dell’ulivo e la voce del vento azzurro del mare che porta inquietudine salata.
Il dolore disperato di Vincenzo Congedo, si fa Preghiera per la Terra e invito a non bruciare più gli ulivi. Il tronco bruciato, che supera il fuoco, resiste al tempo, al centro del quadro esprime tutta la drammaticità rispetto alla morte. L’artista Congedo lo protegge con pennellate d’azzurro, carico e intenso di forza per esprimere il desiderio di aiutarlo sottraendolo alla violenza del fuoco. Il profumo dell’azzurro del mare e il giallo della Terra sono i segni di fiducia che servono per vincere la morte dell’ulivo. Vincenzo Congedo sente e trova la speranza ancora una volta nei poeti della nostra terra, come Girolamo Comi:
“Ecco il mio Tronco: stelo, frutti e carne
ed echi sordi di succhi e di cieli.
Antichità di giovani risvegli
Nel peso universale del mio sangue
Ecco il mio Tronco che grezzo detiene
attributi d’essenze e di vigore
sia che s’addorma o canti di fulgore
per tutti i rami e per tutte le vene.”
(versi tratti dal catalogo della mostra al Convitto Palmieri di Lecce per il 50° anniversario della morte di Gerolamo Comi, 2019).
“Il Tronco” del poeta di Lucugnano serve a Vincenzo Concedo per disegnare il dolore, per significare il sapore amaro della terra, per esprimere la rabbia e lo sdegno contro la mano dell'uomo che brucia l’ulivo e distrugge l’alito del mattino e il celeste del cielo, in cui il pensiero inquieto si cura e si libera dall’inquietudine del fuoco. Questa è la Preghiera alla Terra, la pace dei nuovi germogli.

Chi è | Luigi Mangia
Dal 2015 è responsabile della Biblioteca dell’Istituto per Ciechi Anna Antonacci di Lecce, che custodisce un patrimonio costituito da libri in braille delle opere liriche e sinfoniche. Fa parte dello staff della rassegna Cinema del Reale che si svolge nel comune di Specchia (Le) e partecipa al direttivo del Locomotive Jazz Festival in cui cura la musica nel sociale. È presidente dell'Associazione locale Boy’s Sport Arte e Cultura e dal 2016 è collaboratore dei Cantieri Teatrali Koreja.
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