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Uomini e donne: stesso cervello?

Alberto Mazzocchi

Studi medici hanno messo in evidenza che i cervelli, maschile e femminile, utilizzano in modo differente i due emisferi cerebrali

Ritratto dei Duchi di Urbino, Dittico di Piero Della Francesca, Galleria degli Uffizi diFirenze

Le relazioni tra uomo e donna funzionano, nonostante le differenze abissali che li contraddistinguo. Gran parte del merito è da attribuire alle donne, che possiedono le capacità necessarie a gestire le relazioni e la famiglia; esse sono in grado di intuire i motivi e i significati che si nascondono dietro ai discorsi e ai comportamenti e possono perciò prevedere gli esiti delle situazioni o agire tempestivamente per evitare inutili problemi. Ciò basterebbe a rendere il mondo migliore, se ovviamente tutti i capi di stato fossero donne.

(A.B.Pease)

Il cervello è forse l’organo umano più affascinante. Si presenta suddiviso in due emisferi apparentemente simmetrici e uguali, connessi da una struttura comune, il corpo calloso, dove passa una fitta rete di connessioni nervose. Le prime ricerche hanno messo in luce che gli individui usano prevalentemente uno dei due emisferi, sviluppando attività differenti. Va ricordato che la ricerca scientifica sulle differenze tra i sessi ha spesso provocato grossi errori, per la prevalenza di pregiudizi, con conseguenti conclusioni “scientifiche” quanto meno discutibili come nel caso d’indagini sulle patologie dell’articolazione temporo/mandibolare (quella con cui la mandibola si muove e permette di mangiare e parlare) dove la schiacciante maggioranza di donne affette suggeriva l’ipotesi che la causa fosse l’abitudine a parlare più dei maschi.

Ci sono voluti anni per capire che la patologia è legata ai forti stress quotidiani di una fascia di popolazione femminile (donne lavoratrici, separate, con figli) a prescindere da quanto usino la parola. Fortunatamente la ricerca sulle attività del cervello non si è fermata ai pregiudizi o agli aspetti puramente anatomici: il cervello femminile è leggermente più piccolo di quello maschile e, in passato, ha dato giustificazione a chi sosteneva l’inferiorità della donna, ma ha indagato meglio sul funzionamento. EEG, TAC e risonanze magnetiche hanno progressivamente messo in luce che i due cervelli, maschile e femminile presentano sostanziali differenze qualitative, essendo maggiormente specializzati in determinate aree e, soprattutto utilizzano in modo differente i due emisferi cerebrali.

Sono state messe in luce alcune singolarità: sembra che l’emisfero di sinistra sia legato maggiormente ai processi logici e razionali della mente, mentre quello di destra funzioni meglio negli ambiti artistico/creativi e intuitivi. Schematicamente l’emisfero di sinistra consente capacità matematiche, logiche, deduttive ed è legato a funzioni pratiche, a capacità lineari e alla possibilità di vedere bene i piccoli dettagli.

Quello di destra invece permette creatività, capacità artistiche, immaginazione, intuizione, visione di immagini grandi. Gli uomini tendono a sviluppare l’attività di sinistra e molto poco quella di destra, le donne, grazie a una rete di connessioni nervose maggiore, usano entrambi gli emisferi. Se un tempo si dava molta importanza ai condizionamenti educativi (della serie: le donne sono più affettuose perché cresciute con le bambole, gli uomini più freddi perché educati a giochi violenti), negli ultimi anni si è scoperto che sono gli ormoni a dare una grande impronta alle attività cerebrali.

Il testosterone, ormone tipicamente maschile, sembra creare effetti più aggressivi nel comportamento, ma anche una miglior capacità di orientamento spaziale. La presenza di questo ormone nel cervello aiuterebbe gli uomini a cavarsela sempre negli spostamenti, a individuare le direzioni giuste e, nei nostri progenitori, a cacciare. Gli estrogeni e il progesterone, al contrario, permettono di stimolare non solo un carattere più affettuoso (e meno violento) verso le creature più deboli come i neonati, ma anche una migliore memoria.

Premesso che oggi le complesse funzioni ormonali sono definite solo negli aspetti più grossolani (si studiano più spesso gli effetti dei singoli ormoni, ma si conoscono poco le complesse interazioni tra i vari ormoni e i mediatori chimici del sistema nervoso), le differenze tra uomo e donna sembrano legate soprattutto alle differenti aree di sviluppo delle connessioni nervose. Le donne sviluppano una rete maggiore di connessioni tra emisfero destro e sinistro col vantaggio di passare rapidamente dall’utilizzo di uno all’altro. Questo potrebbe spiegare ad esempio la maggior padronanza di linguaggio nella donna: le bambine iniziano a parlare prima e hanno un maggior varietà di lessico rispetto ai coetanei maschi. Non solo.

La donna stressata parla molto, l’uomo no. Il pianto, fenomeno che richiede l’utilizzo dell’emisfero destro, è molto comune nella donna e poco nell’uomo che utilizza molto raramente questo emisfero. Forse l’utilizzo prevalente dell’emisfero sinistro, unito alle capacità di orientamento spaziale del testosterone, potrebbero anche spiegare perché alcune professioni sono tipicamente maschili: ingegnere, pilota d’aereo, pilota da corsa, controllore di volo e giocatore di biliardo.

Dio creò Eva dalla costola di Adamo. Lorenzo Maitani, facciata del duomo di Orvieto

Grazie all’uso dell’emisfero destro, le donne sono molto più intuitive, sapendo leggere meglio i linguaggi non verbali (gesti, atteggiamenti, espressioni) delle persone. Questo fatto è stato dimostrato sperimentalmente chiedendo a un campione di donne e di uomini di interpretare le espressioni di un neonato: le donne riuscivano a intuire molte sensazioni come fame, stanchezza, dolore ecc. Gli uomini quasi nessuna.

Un best seller di qualche anno fa si intitolava provocatoriamente “Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere?” sottolineando le difficoltà femminili nell’orientamento e quelle maschili nel linguaggio. Le cose in realtà non sono così semplici perché nel nostro mondo esistono anche i maschi mancini e le donne mancine. I primi sembrano sviluppare maggiormente caratteristiche dell’emisfero destro (quindi artistiche/intuitive), le seconde quelle dell’emisfero sinistro (più razionali).

Il cervello però resta un organo troppo complesso per poter dare indicazioni schematiche. Una teoria molto interessante, purtroppo poco studiata dalla medicina moderna, è quella proposta dal dr. Ryke Geerd Hamer che, partendo dal differente sviluppo dei foglietti embrionali del feto, suggerisce uno sviluppo di malattie diverse, o con sintomi diversi, nel maschio e nella femmina, a partenza dalla medesima situazione di stress.

Per questa diversa attività dei centri cerebrali, secondo l’Autore, di fronte al medesimo stress, gli uomini sviluppano più malattie cardiocircolatorie, come l’infarto, mentre le donne malattie depressive, così le donne soffrono di anoressia mentre gli uomini di sovrappeso.

Articolo pubblicato su ArtApp 15 | LA DONNA

 

Chi è | Alberto Mazzocchi

Alberto Mazzocchi vive tra Bergamo e Osimo dove ha ridato vita a una antica Precettoria Templare del XIII secolo. Medico, ricercatore, viaggiatore, innamorato della vita e dei suoi misteri, è autore di numerosi studi scientifici, pubblicati sulle riviste specializzate, e di articoli e libri divulgativi, Convinto che il nostro paese sia ricchissimo di persone e luoghi straordinari, si dedica con passione alla diffusione di temi sulla salute, sulle vicende storiche templari e sui luoghi speciali d’Italia.

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