Architetture colorate
- Paolo Riani
- 29 ott 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Tre esempi di piccole architetture dove il colore ha un ruolo fondamentale

Foto e disegni © Paolo Riani
La prima mostra: OBLÓ
La sfida era di ricavare, nello spazio inadatto del foyer, un ambiente concluso che ospitasse una importante collezione di arte contemporanea: la collezione Carnevalotto, costituita negli ultimi trent’anni con opere donate dalla Galleria Saudino alla Fondazione Carnevale. Ho pensato di racchiudere lo spazio dove queste venivano esposte con due paraventi formati da fogli di lamellare 200x240 cm. uniti fra di loro a formare angoli di 90 gradi. La struttura, appoggiata sul pavimento di marmo, resiste “per forma” e non ha bisogno di sostegni. I colori sono rosso, bianco e nero: quelli del costume di Burlamacco, la maschera del Carnevale di Viareggio.

I pannelli sono dipinti alternativamente nero e bianco da un lato, rosso e bianco dall’altro, in modo che da una direzione si veda una successione di superfici colorate dall’altra, a sorpresa, una successione di superfici bianche. Sei pannelli hanno un foro circolare, triangolare o rettangolare per dare a chi si trova nel foyer una introspezione sulle opere esposte all’interno, dove le pareti sono tutte bianche. Il pavimento di moquette nera è attraversato da una banda rossa asimmetrica che accompagna lungo il percorso, creando una prospettiva artificiale. Il progetto grafico della mostra è di Andrea Lancellotti. L’illuminazione è stata realizzata dai lightmakers di Luce5.

La seconda mostra: AMERICA FOREVER.
Allestita anch’essa nel foyer del teatro, la mostra è dedicata all’avventura americana di Giacomo Puccini. È il racconto di un viaggio che il Maestro fece nel dicembre 1906 per le prime di Manon Lescaut e Madama Butterfly al Metropolitan Opera di New York. Un viaggio fondamentale per Puccini che al ritorno compose la Fanciulla del West, rappresentata, ancora una volta, per la celebrazione del “fourth of July” 2019 in Torre in Lago alla presenza del Console degli Stati Uniti. In questo caso ho pensato a una grande stella a cinque punte, che è uno dei simboli dell’America.

Un tavolo stellare su cui la Fondazione Ricordi ha illustrato con immagini d’epoca e testi brevi l’avventura del Maestro. I colori sono quelli della bandiera americana: la stella è bianca con i bordi rossi e i sostegni sono blu. Blu è anche un tappeto di moquette che ne ripete il disegno sul pavimento di marmo. La stella si attraversa e si percorre lungo tutto il perimetro leggendo il racconto che si snoda sul lungo nastro bianco che la disegna. Il progetto grafico della mostra è di Andrea Lancellotti.

La terza mostra: PAOLO RIANI: UN MUNDO DE ARQUITECTURAS
È stata progettata da José Maria Lozano Velasco, architetto e professore alla Scuola Politecnica di Valencia che ha curato il catalogo e la selezione del materiale esposto. Si è tenuta all'IVAM (Istitut Valencià d’Arte Modern) nella primavera del 2015. Occupava due interi piani del museo attraversati in diagonale da un lungo telo teso, largo un metro e mezzo, a unire idealmente i due spazi. Sul quel telo erano stampati in ordine sparso immagini di progetti, di modelli e di disegni. Le pareti erano colorate di giallo, di rosso e di blu a indicare i diversi paesi dove ho lavorato. Sulle pareti le architetture erano rappresentate da gigantografie e illustrate da una sequenza ininterrotta di immagini di piccolo formato.

Lungo tutto il percorso, racchiusi dentro teche di plexiglass, erano esposti i modelli degli edifici ed anche oggetti diversi raccolti senza una regola sui tavoli del mio studio. Naturalmente sono gratificato da questa retrospettiva e sono anche un po’ imbarazzato a parlarne, ma spero che mi venga perdonata la vanità dolente dovuta all’età che già declina.