MUSEOCRACY. “Giocare con il museo per cambiare la città”
- Laura Cavalieri Manasse
- 6 ore fa
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Il documentario di Antonio Di Domenico racconta due storie parallele: la storia del MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz Città Meticcia, per anni sulla lista degli sgomberi, e quella, non meno a rischio, della nascita del Museo delle Periferie, da anni in attesa di una sede

Due musei romani lottano per non sparire con il loro portato di utopia: il primo, il MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove Metropoliz Città Meticcia, è impegnato a proteggere la comunità di migranti e precari provenienti da tutto il mondo e l'arte che lo abita, il secondo è il Museo delle Periferie, un progetto deciso a realizzare il primo museo di Roma Capitale fuori del Grande Raccordo Anulare.
Il regista Antonio Di Domenico ha realizzato il documentario "MUSEOCRACY. Giocare con il museo per cambiare la città” che ha per protagonista Giorgio de Finis, antropologo, artista, ideatore e curatore del MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz e attualmente direttore artistico e curatore presso Museo delle Periferie che strenuamente difende i due progetti.
Alla presentazione in anteprima di MUSEOCRACY. Giocare con il museo per cambiare la città” lo scorso 2 maggio 2025 alla Casa del Cinema di Roma, all’interno del programma di IPER Festival delle Periferie, giunto alla sua quarta edizione, Giorgio de Finis, Ascanio Celestini, Pablo Echaurren, Antonio Rezza, Flavia Mastrella e Zerocalcare hanno animato il dibattito seguito alla visione del documentario.

Eduardo Kobra, Peace - MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove Metropoliz Città Meticcia
Metropoliz Città Meticcia si trova a Tor Sapienza, in una fabbrica di salumi abbandonata, occupata nel 2009 da BPM, un movimento per il diritto dell'abitare, e da allora vi hanno trovato riparo e coabitano centinaia di persone di diversa etnia, dando un vero e proprio esempio di recupero, integrazione e sperimentazione a questo progetto. L’arte fa emergere in tutti i suoi aspetti questa utopia. Grazie alla street art, le pareti della ex fabbrica hanno trovato nuova vita facendo del MAAM un museo “reale” dove tutto è relazione: l'arte e la quotidianità delle persone che vivono all'interno della città meticcia, in un continuo interagire.
Qui hanno lavorato centinaia di artisti del calibro di Gianni Asdrubali, Gianfranco Notargiacomo, Pablo Echaurren, Veronica Montanino, Gian Maria Tosatti, Maddalena Mauri, Massimo Di Giovanni, Franco Losvizzero, Cristiano Petrucci, Danilo Bucchi, ed altri ancora che, con le loro opere, hanno trasformando completamente la fabbrica è diventata una barricata d’arte per contribuire a proteggere l’occupazione, e la sua utopia, dall’intervento delle ruspe distruttrici.
L'ex fabbrica vanta anche una Pinacoteca Domestica Diffusa, grazie alla donazione di quadri da collocare all'interno degli appartamenti occupati. Girare per la città meticcia è un'esperienza unica, nel condominio multietnico l'arte è abitata, nello stesso tempo è protetta e protettrice, ricercata e tollerata. Metropoliz ha acquisito la sua autorità, che attraverso l’arte ha trovato protezione e difesa, valore culturale e sociale che non può, e non deve, essere smantellato.