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Smetti di disegnare. Architettura oltre la rappresentazione

Un percorso alla scoperta dei molteplici significati del disegno in architettura, da strumento di progettazione a mezzo di comunicazione, da sistema di rappresentazione a fase essenziale della produzione


November Wong, The Drawing machine, per gentile concessione dell'artista


Insieme alla società, l'architettura e gli strumenti utilizzati per crearla e comunicarla si evolvono. Questa mostra esplora queste trasformazioni attraverso l'evoluzione del suo mezzo espressivo primario: il disegno. Il ruolo tradizionale del disegno è ora sostituito da procedure di simulazione digitale, pratiche derivate dal mondo dell'arte, e da esercizi di attivismo politico e partecipazione. Queste pratiche hanno un impatto sulla disciplina dell'architettura e sul presente e sul futuro degli spazi che progettiamo e in cui viviamo.


La mostra "Smetti di disegnare. Architettura oltre la rappresentazione" documenta cambiamento attraverso le opere di autori del XX e XXI secolo. Partendo da coloro per i quali il disegno rappresentava l'identità dell'architettura, come Carlo Scarpa o Aldo Rossi, il percorso espositivo racconta l'opera di autori come Gordon Matta-Clark, Frank Gehry o Philippe Rahm, per i quali oggi l'architettura è fatta anche di collage, video, performance, tessuti e molto altro.


"Smetti di disegnare. Architettura oltre la rappresentazione", Maxxi Roma | Foto © Vincenzo Labellarte

 

Per sei secoli, seguendo Leon Battista Alberti, abbiamo pensato che l’identità profonda dell’architettura fosse nel disegno, luogo riservato all’espressione dell’idea dell’autore, eventualmente destinata a trasformarsi in edificio grazie a tecniche e procedure della res aedificatoria. Nel nostro tempo, per la prima volta, questa convinzione tende a vacillare. La ragione è nell’introduzione di tools e dispositivi nuovi e inaspettati, destinati a minare i fondamenti stessi del concetto di rappresentazione: l’idea di simulazione è ormai acquisita nella cultura digitale, sia produttiva che visiva; le azioni sostituiscono il progetto nella visione più politica dell’impegno di attivisti e collettivi; la mimesi artistica alimenta un’ampia serie di media alternativi cui l’architettura si rivolge per espandere e aggiornare il suo potenziale creativo.


"Smetti di disegnare. Architettura oltre la rappresentazione", Maxxi Roma | Foto © Vincenzo Labellarte

 

Tutti insieme questi mutamenti tecnici e concettuali tendono a cambiare il DNA del rapporto tra architettura e rappresentazione, togliendo al disegno quella centralità e quell’autonomia che gli erano state assegnate da Alberti e mai messe realmente in discussione. Nei casi in cui il ruolo storico del disegno è preservato, ciò avviene come una forma di resistenza, documentata in mostra attraverso il lavoro di autori che intendono opporsi all’eccesso di delega a strumenti e intelligenze artificiali, all’impermanenza dell’azione performativa, all’impoverimento della disciplina per eccesso di avvicinamento all’arte."Smetti di disegnare. Architettura oltre la rappresentazione" invita il visitatore ad addentrarsi in un percorso lungo una serie di opere che nascono da questo conflitto tra strumenti vecchi e nuovi, a partire dal grande patrimonio di disegni autoriali della collezione di architettura del MAXXI.

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