Nessun ricordo è innocente. Cronologia imperfetta dei sorrisi e delle lacrime
- Redazione ArtApp
- 2 giorni fa
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Il primo libro scritto da Iginio De Luca, in cui l’artista si cimenta con la scrittura, con una narrazione libera che parte dalle sue visioni e torna alle sue opere

Iginio De Luca | Foto © Fabio Caricchia
Giovedì 2 ottobre alle ore 18.00 verrà presentato ad AlbumArte “Nessun ricordo è innocente”, il primo libro di Iginio De Luca, il primo, s’intende, in cui l’artista si cimenta con la scrittura, con una narrazione libera che parte dalle sue visioni e torna alle sue opere, regalandoci, lungo il viaggio, ore di squisita lettura. Sono dieci storie, ambientate tra un’infanzia degli anni Settanta e la maturità di un artista contemporaneo, dieci capitoli che narrano la genesi di altrettante opere d’arte. Il volume è stato edito da Gli Ori nella collana “I limoni”, diretta da Pietro Gaglianò, che è dedicata in larga parte alla scrittura critica, nell’ambito tra arte e temi della sfera pubblica. In questa selezione di titoli (che comprende le firme di studiose come Giulia Grechi, Teresa Macrì, Stefania Zuliani o, in uscita, Nicolas Martino) trova posto una sezione per artiste e artisti con una spiccata propensione per la bella scrittura o per la narrativa come medium della propria arte.
A proposito della scrittura di Iginio De Luca, Gaglianò scrive “Le dieci storie che danno l’abbrivio ai capitoli del libro sono altrettanti scenari di un’infanzia di provincia, quella provincia estesa senza precisi confini regionali che è stata l’Italia fino agli anni Ottanta e in cui tutti e tutte possiamo riconoscerci, tra i gusti dei gelati industriali, le trasmissioni televisive, le liturgie pubbliche e, ancora di più, quelle private che sono l’affresco di un’educazione estetica incredibilmente comune a due o tre generazioni. L’artista la richiama in vita con una prosa che coniuga l’ironia necessaria e l’amarezza inevitabile con cui vanno maneggiati i ricordi. Da queste memorie, quasi una galleria di pittura di genere, a distanza di anni prendono forma le opere che Iginio ha presentato in Italia e all’estero e che qui restituisce alla loro genealogia.
Ogni racconto è illustrato con due disegni a penna, scegliendo un medium poco presente nella sua produzione, per accentuare la dimensione speculativa in cui il ricordo e la sua elaborazione si ricongiungono. In questo ritmo binario il primo disegno rievoca il passato remoto, ricostruisce l’occasione da cui è nata l’opera, il secondo mostra un aspetto di quest’ultima, la sua sintesi formale che si è coagulata di volta in volta come performance, blitz, azione sonora, progetto corale, uno dei tanti linguaggi praticati dall’artista. A questi, da oggi, si aggiunge la scrittura che Iginio ha sempre usato ma mai con consapevolezza creativa e qui si trova l’origine di Nessun ricordo è innocente.
Il libro nasce in modo sparso nel corso di varie occasioni di lavoro, tutte animate da un fitto scambio di riflessioni tra artista e critico, scritte per approfondire le ragioni di un progetto, per disegnare le parti di una mostra, per tradurre a parole la vita delle opere che altrimenti bastano a sé stesse e non richiedono spiegazioni. L’inaspettato piacere della lettura mi ha fatto avvertire come necessaria questa raccolta, al confine tra scrittura e visualità, tra finitezza dell’opera e porosità dei processi, tra i ricordi personali e il respiro di una memoria condivisa”.
(testo tratto dalla postfazione del volume di Pietro Gaglianò).
