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Terra Senza Confini – Mostra Internazionale delle Città Gemellate

La mostra itinerante di arte contemporanea utilizza l’arte come medium per costruire, tra civiltà differenti (Cina e Italia, Asia ed Europa, Oriente e Occidente), uno spazio di coesistenza e di reciproco riconoscimento


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TERRE SENZA CONFINI - a cura di A60 International Art, Centro Culturale di Milano - Fotografie di Pengpeng Wang


Nel contesto attuale, segnato dall’intreccio complesso tra globalizzazione egeopolitica, “Terra Senza Confini – Mostra Internazionale delle Città Gemellate”, la mostra itinerante di arte contemporanea promossa da Shanghai Yunjie Culture Communication Co. al Centro Culturale di Milano, apre uno spazio di dialogo che attraversa i confini geografici. Più che una semplice esposizione, essa si configura come un atteggiamento culturale: utilizzare l’arte come medium per costruire, tra civiltà differenti (Cina e Italia, Asia ed Europa, Oriente e Occidente), uno spazio di coesistenza e di reciproco riconoscimento.

 

A partire dagli anni Ottanta, l’arte contemporanea cinese è progressivamente entrata nel campo visivo internazionale. Dalla liberazione del pensiero del movimento delle “Avanguardie del ’85”, fino alle presenze degli artisti cinesi alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel negli anni Novanta, la diffusione internazionale dell’arte cinese si è sviluppata in parallelo alle trasformazioni sociali e alla ridefinizione culturale del Paese.


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Gli artisti delle prime generazioni spesso apparivano sulla scena occidentale come “altro”, rispondendo con la propria esperienza ai cambiamenti della società cinese, ma al tempo stesso contribuendo, sotto lo sguardo del pubblico occidentale, a costruire una certa “immagine orientale”. Entrando nel XXI secolo, con l’ascesa del mercato dell’arte cinese e la maturazione delle istituzioni artistiche, la nuova generazione ha progressivamente abbandonato la narrazione identitaria in favore di esplorazioni più diversificate, partecipando con maggiore libertà al dialogo culturale globale.

 

La mostra “Terra Senza Confini” nasce proprio in questo contesto di sviluppo. Non solo riunisce figure di peso della storia dell’arte occidentale come Tàpies, Beuys, Christo & Jeanne-Claude, Vasarely, Schifano, Minguzzi, ma affianca a loro le opere di artisti contemporanei cinesi. Questa giustapposizione rappresenta un dialogo paritario che dimostra come l’arte cinese contemporanea non sia più un “complemento marginale” sul palcoscenico internazionale, bensì una componente essenziale di esso.


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La mostra si sviluppa tra Milano e Shanghai, creando uno specchio culturale che oltrepassa i limiti dello spazio. Milano, centro fondamentale per l’arte e il design in Europa, incarna la tradizione del modernismo e dell’arte contemporanea occidentale; Shanghai, la città più internazionale della Cina, rappresenta invece l’avanguardia più vivace dell’arte cinese. Il dialogo tra le due città rende l’esposizione non più limitata a uno spazio unico, ma capace di mostrare, attraverso il flusso e lo scambio delle opere, la complessità delle migrazioni culturali, delle trasformazioni identitarie e delle contaminazioni concettuali.


Questo racconto permette al pubblico non solo di vedere come l’arte cinese venga osservata sulla scena internazionale, ma anche di offrire agli spettatori europei l’occasione di riconsiderare la propria esperienza culturale attraverso l’incontro con gli artisti cinesi. La mostra supera così la logica unidirezionale “centro occidentale – risposta orientale”, per entrare in una dinamica più aperta e plurale di scambio.

 

Nell’odierno intreccio tra globalizzazione e localizzazione, il concetto di “senza confini” nell’arte non si riferisce soltanto al superamento geografico, ma anche a quello dei media, delle idee e dei ruoli sociali. Il concetto di “scultura sociale” di Beuys mantiene ancora oggi una forte attualità: gli artisti cinesi, attraverso l’inchiostro contemporaneo, le installazioni multimediali, i video e la pittura sperimentale, rispondono alle esperienze individuali dentro i processi di trasformazione sociale, elaborando nuove forme di immaginazione del pubblico e della collettività. Allo stesso tempo, l’arte ambientale di Christo e gli esperimenti visivi di Vasarely forniscono fonti di ispirazione interdisciplinare e intermediale per le giovani generazioni.


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“Terra Senza Confini” colloca queste eredità storiche e le pratiche attuali nello stesso contesto, diventando non solo una rilettura della storia dell’arte, ma anche un’indagine sulle possibilità future. Il significato della mostra risiede proprio in questo: mostrarci come, sotto la spinta congiunta della diversità culturale e del dialogo globale, l’arte contemporanea stia entrando in un territorio sempre più aperto, intrecciato e senza confini. Inoltre, in quanto parte della XXI Giornata del Contemporaneo in Italia, l’esposizione rafforza lo spazio di dialogo con altri contesti curatoriali.

 

Con la presenza sempre più costante degli artisti cinesi sulla scena internazionale, la relazione tra l’arte contemporanea cinese e quella internazionale è passata dall’“entrare” al “co-costruire”, dall’“essere osservata” al “parlare insieme”. Anche se questa condizione di “co-costruzione” e di “voce comune” presenta delle specificità, il suo carattere di continuità è sufficiente, nel tempo, a modificare la memoria della storia.

 

© Edizioni Archos

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