X di Xylella, Bibbia e alberi sacri
- Luigi Mangia

- 23 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 25 lug
Lo spettacolo teatrale di Koreja ha come protagonista la Xylella, che distrugge gli ulivi dall’interno, e diventa il simbolo del dolore femminile: invisibile, silenzioso, profondo

Teatro Koreja, "X di Xylella, Bibbia e alberi sacri"
Ecco il mio tronco: stelo, frutti e carne
ed echi sordi di succhi e di cieli.
Antichità di giovani risvegli
nel peso universale del mio sangue.
Versi di Girolamo Comi
Il Salento è terra di geografie sociali e di paesaggi, la storia li racconta. L’ulivo è il filo rosso che li lega, il fondamento, l’Essere della nostra identità. L’albero con le foglie verde argento ha saputo attraversare i tempi e vivere le stagioni della storia nel Mediterraneo, meritandosi il ruolo di “gigante della terra”. Oggi questo gigante è malato, rischia di finire in cenere. La terra del Salento non può perdere l’identità del suo albero: senza ulivo il Salento da parco a cielo aperto si trasforma in deserto sotto il cielo.
Gli ulivi del poeta Girolamo Comi sono la forza narrativa della terra del Salento, la quale con la morte “dei Patriarchi del tempo”, diventa luogo di morte della terra, diventa tristezza, e il paesaggio disperazione, se muore l’albero, la terra perde tutta la sua bellezza. Gli alberi sono la nostra salvezza.

Teatro Koreja, "X di Xylella, Bibbia e alberi sacri"
La morte dell’ulivo, causata dalla Xylella fastidiosa, è servita al regista Gabriele Vacis per far nascere lo spettacolo teatrale ”X di Xylella, Bibbia e Alberi Sacri” del Teatro Koreja, che rappresenta la crisi profonda del nostro tempo, lo smarrimento del cammino al buio dell’umano, attraverso l’interpretazione di attrici la cui sensibilità di usare la voce, il canto, ma il più ancora interpretare il dolore del corpo, favorisce il filo rosso del tempo per tessere e per declinare, evitando le rotture, la visione della cultura pagana con la profondità della cultura cristiana.
Lo spettacolo “La Bibbia e gli alberi sacri” è un’esercitazione artistica che rappresenta l’uomo raccontando i suoi tempi nella storia attraverso il cammino della terra, da Oriente a Occidente per scoprire la vita e per mettere fine al tempo digitale dell’algoritmo di whatsapp che dura un attimo e non lascia memoria. Il palcoscenico diventa visione. Nello spettacolo c’è la fede, la cultura e soprattutto ci sono i canti e le voci del Mediterraneo. Lo spettacolo sollecita e chiede impegno, stimola la ricerca, educa a lottare e a resistere. Le grandi storie di Gerusalemme e di Atene oggi sono lontane, sono perse e sono confuse del nostro pensiero.

Teatro Koreja, "X di Xylella, Bibbia e alberi sacri"
L’incontro della terra con l’arte e con la poesia, preghiera civile, stimola il pensiero e la cultura attraverso il valore dell’albero malato, ma indicano anche la rottura con la natura e l’indifferenza verso la vita delle piante, in particolare emerge anche la frantumazione dell’Io che, diventando polvere, si disperde nel nulla. La terra è abbandonata al sole, l’aria è malata e all’uomo viene indicata la sfida più difficile: vincere il male!


































