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EGO VICI MVNDVM - Dal Segno alla Storia, Vittore Carpaccio 1516 – Ai Weiwei 2023

Redazione ArtApp

L’artista cinese Ai Weiwei ha reinterpretato il noto capolavoro cinquecentesco utilizzando i mattoncini Lego


Photo credit: Mauro Magliani, Marco Furio Magliani (particolare)


Approfittando del prestito della pala d’altare di Vittore Carpaccio raffigurante San Giorgio che uccide il drago a due importanti mostre internazionali (prima a Washington, poi a Venezia), la Comunità Benedettina di San Giorgio Maggiore ha commissionato all’artista cinese Ai Weiwei una reinterpretazione del noto capolavoro cinquecentesco.


Nell’ambito delle attività culturali della Benedicti Claustra Onlus, tese a istituire un dialogo proficuo tra l’Abbazia e il mondo dell’Arte Contemporanea, l’opera Untitled (Saint George slaying the dragon), realizzata interamente da tessere Lego, comunica straordinariamente con il contesto storico e spirituale in cui è temporaneamente inserita. L’altare che la contiene, dedicato al Santo Martire, si trova infatti nel Coro Notturno oggi noto come Cappella del Conclave, nome questo che le deriva dall’aver ospitato nel 1800 l’elezione al soglio pontificio di Pio VII (al secolo Barnaba Chiaramonti), un luogo solitamente non accessibile ai visitatori.



Il titolo dell’iniziativa: Ego vici mundum, citazione dal Vangelo di Giovanni riportata lungo il fregio della Cappella (Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo! - 16,33), stabilisce un nesso con l’episodio biblico rappresentato, paradigma di una definitiva vittoria del Bene sul Male, che si può altresì ergere simbolicamente a perfetto emblema dell’attivismo politico e sociale in difesa dei diritti umani, abbracciato dall’artista cinese ormai da anni.


Inoltre, sul badalone centrale della stessa Cappella è esposto un manoscritto miniato contemporaneo. Disegnato personalmente dall’artista e donato alla comunità benedettina di San Giorgio Maggiore, il manoscritto è prova tangibile della sua abilità nel ritornare al Segno, un ordito di tracce attraverso cui ogni piccolo dettaglio della sua e nostra quotidianità è consegnato oggettivamente alla Storia.


Il progetto espositivo testimonia dunque la capacità di Ai Weiwei di aprirsi e confrontarsi con umana empatia e sensibilità artistica alla visione dei monaci, in questo caso suoi committenti contemporanei, ponendosi come anello di congiunzione tra la tradizione benedettina e il dialogo con l’Arte Contemporanea, un’intesa che da più di un decennio la Benedicti Claustra Onlus ha perseguito e persegue convintamente.


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