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In ricordo di Matteo Berra

L'artista lombardo, collaboratore di ArtApp, innamorato della scultura e delle galassie, si è spento prematuramente a fine aprile di quest'anno


Matteo Berra, Unspoken, 2014


Docente di scultura e decorazione all’Accademia Santa Giulia di Brescia, per Matteo Berra la coscienza del limite e il bisogno del suo superamento erano alla base di tutto il suo lavoro. Al centro dei suoi lavori ha sempre messo la fascinazione per i temi cosmologici, per l’astronomia e la biologia, per le voragini, le masse informi, i nuclei e i corpi solidi che descrivono lo spazio, le costellazioni, i sistemi planetari o molecolari. E ancora l’architettura dei piani smisurati e degli abissi, i fenomeni luminosi, le scritture siderali, modulari, molecolari. L’artista ha realizzato opere e installazioni di grande suggestione, nelle gallerie, musei, negli spazi naturali all’aperto, in varie parti d’Italia e nel mondo.


Matteo Berra, Fold 2018-19 - Art Building, Milano | Foto © Bart Herreman

La sua opera più nota è una delle poche, imponenti sculture d’arte pubblica realizzate a Milano per un’architettura contemporanea. La più alta in assoluto. Si intitola “Fold” e Matteo l'ha presentata nella primavera del 2019, dopo tre anni di lavoro. L’enorme “piega” verticale si estende per 23,5 metri lungo una delle estremità dell’Art Building, edificio di otto piani in zona Melchiorre Gioia, con vocazione residenziale e con una speciale attenzione al dialogo tra arte e spazi architettonici. A proposito di relazione tra nuove architetture private, spazio pubblico e progettualità artistica, Matteo diceva: «sarebbe bello camminare per strada e trovare altri palazzi così, con opere che nascono come private ma di fatto sono visibili a tutti».


Matteo Berra, New Star New , 2011 - South Corea

Altri interessanti progetti, realizzati in Corea sono “Unspoken” (2016), allestito al Cyan Museum of Art, e “Nebula”, anche questo per lo spazio espositivo di Yeongcheon. Le stesse sfere scure, stavolta sospese nel vuoto, secondo uno schema matematico tridimensionale creavano una pioggia solida, una coltre plumbea o una nube di pulviscolo stellare. Materia oscura che, polverizzandosi, si faceva massa concreta attraversabile. Mai del tutto immobile, mai del tutto compiuta.


Matteo Berra Nebula, 2013 - Yeongcheon Art Studio, South Korea

Anche il soffitto dell’edificio di via Lucini era stato rivisitato da una seconda opera di Berra, “Blue Sky”, visibile attraverso il vano scala: 60 metri quadrati di continuum percettivo, per un tappeto avvolgente di 3000 solidi irregolari, tutti bianchi, a simulare un cielo stellato da cui s’irradiava una luce azzurra al calare della sera.


Matteo Berra, Blue Sky - Art Building, Milano

Sulla pagina Facebook di Berra, fino a pochi giorni prima della sua morte, l'artista aveva pubblicato una serie di post dedicati a nuove sculture. Questo raccontava di un’attività ininterrotta e appassionata, stroncata improvvisamente da un infarto. La redazione di ArtApp, con il direttore Edoardo Milesi e tutti gli autori che collaborano lo ricorderanno sempre.





© Edizioni Archos

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