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La Bellezza della proporzione aurea

Intervista con Cinzia Valente, creatrice di Progettazione Aurea, una tecnica dove l’ordine e l’armonia della Natura sono l’ispirazione a progetti, sia che si tratti di dipinti, oggetti o ambienti



In geometria esistono delle serie di numeri particolari, il più noto è il Pi greco: 3,14159..., ovvero il rapporto tra la circonferenza e il suo diametro. Numero infinito che viene utilizzato non solo in campo geometrico ma anche nel calcolo delle probabilità (l’ago di Buffon). Meno noto è il Phi: 1,61803… serie di numeri ancora più misteriosa della precedente perché appare spessissimo in natura, come nell’armoniosa spirale delle conchiglie del Nautilus. Questo numero, noto fin dall’antichità è stato sempre associato all’oro: numero aureo, rapporto aureo, sezione aurea. Sembra che Euclide sia stato il primo a mettere in luce questo rapporto che sarebbe poi diventato il simbolo della bellezza, fungendo da base nelle proporzioni geometriche dei principali edifici delle antiche civiltà. Per questo motivo, il rapporto aureo non ha interessato solo i matematici, ma anche biologi, artisti, musicisti, psicologi e perfino i mistici, come scrive M. Livio nel suo La sezione aurea, storia di un mistero che dura da tremila anni.


Un’artista che ha dedicato le sue idee e energie alle applicazioni del rapporto aureo è Cinzia Valente. Poco conosciuta al grande pubblico, fin dalla gioventù è rimasta incantata dal misterioso numero che l’ha spinta alla creazione di Progettazione Aurea, una tecnica dove l’ordine e l’armonia della Natura sono l’ispirazione a progetti, sia che si tratti di dipinti, oggetti, ma anche ambienti. Cinzia Valente è una persona poliedrica, ha studiato architettura, biologia, erboristeria, bioenergetica, mostrando sempre curiosità in vari campi connessi con il benessere delle persone, ma soprattutto credendo nella cooperazione. Il suo lavoro è trasformare gli ambienti con il rapporto aureo attraverso una minuziosa ricerca architettonica.


È una scelta fatta per creare luoghi dove vivere, riscoprendo l’antica saggezza dei nostri predecessori. Cinzia è un’amante della bellezza, ma si occupa di molto altro. Dalla madre, la straordinaria ricercatrice Enza Ciccolo, ha appreso e sviluppato la scoperta delle Acque a Luce Bianca, ovvero acque sorgive di luoghi di culto mariani, come quelle di Lourdes o di Fatima, in cui il legame degli atomi di Ossigeno con quelli di Idrogeno forma un angolo diverso (108° rispetto ai 104° dell’acqua comune). Questa modifica atomica sembra essere la ragione degli effetti salutari di queste acque. Anche in campo artistico Cinzia è sempre alla ricerca di soluzioni elevanti ed evolutive.


Crea mostre che sono dei percorsi immersivi che coinvolgono più sensi, per portare l’osservatore a compiere dei passi verso il centro di sé stesso, a riscoprire la sua parte divina. L’Arte ha per lei il compito di aumentare la Bellezza Universale, di ricordare all’uomo di alzare la testa, raddrizzare le spalle perché è una parte d’infinito. È autrice di un testo molto interessante “Progettazione aurea, teoria e pratica della bellezza universale” Bruno Editore, nel quale divulga i suoi strumenti per creare secondo Natura.


Saluto al Sole con disegno, progetto di casa a settori, come petali di un fiore, pensata per accogliere il sole dall'alba al tramonto | © Progettazione Aurea


Iniziando l'intervista le chiedo:

Alberto Mazzocchi: Esiste una bellezza universale?

Cinzia Valente: Cosa è ritenuto bello ai sensi e all’anima? Come lo misuriamo? La bellezza sicuramente passa attraverso la vista o gli altri organi di senso, ma deve coinvolgere un altro livello percettivo, più profondo e intenso. “Bello per l’anima” vuol dire che valica i nostri confini fisici facendoci risuonare con ciò che stiamo osservando, sentendo o toccando. Proviamo un coinvolgimento di tutto l’organismo, simile a un innamoramento, un “aggancio” di una forza attrattiva. La Bellezza Universale ci porta sulle sue note e ci accorda. Possiamo chiudere gli occhi o tapparci le orecchie, ma continueremo a vibrare su quella lunghezza d’onda. Per un po’. Il fenomeno di risonanza è possibile proprio perché la Bellezza Universale, è costituita da quei rapporti fisici, matematici ed energetici, che ritroviamo in qualsiasi meravigliosa forma naturale vivente e anche in noi. Quindi si, per me esiste la Bellezza Universale ed è quella propria della Natura incontaminata, che siamo riusciti a tradurre graficamente grazie a Pi greco e Phi, cerchio e spirale. Con questi due numeri irrazionali, ricorrenti nei rapporti di forma di qualsiasi organismo vivente, possiamo costruire ogni opera come farebbe la Natura, riportando i suoi canoni logici, funzionali e anche estetici. Co-creando con Lei, le nostre forme risultano armoniose per chiunque le osservi; come uno splendido albero che, lasciandoci tutti incantati, conferma l’esistenza della Bellezza Universale.

 

A.M. : Tecnologia e Natura sono incompatibili?

C.V. : In anni di evoluzione abbiamo usato la tecnologia per modificare ogni cosa, esercitando un potere spesso crudele e brutale in nome del progresso. Adesso sarebbe davvero il caso di cominciare a usare un filtro biologico (logico per la vita) per indirizzare la tecnologia a favore di tutto l’ecosistema. Quindi, per rispondere chiaramente alla domanda, la Natura e la tecnologia possono essere compatibili se si pone la tecnologia al servizio della Natura. Rimettiamo nell’insieme Natura anche l’essere umano, ma restiamo concentrati sul fatto che ciò che la nostra mente concepisce oggi come “buono” (il grano con due cromosomi più dell’uomo o le pannocchie ogm) ha degli effetti incontrollabili sull’intero pianeta. I segni si vedono quasi sempre quando è tardi. Nessuna azione compiuta dall’uomo civilizzato è neutra eppure continua a “giocare” al piccolo chimico con la biosfera terrestre, con la microbiologia marina o con le sementi. Un ecosistema prima o poi si libera dai suoi parassiti o soccombe. Le due possibilità per l’uomo sono ugualmente funeste. Meglio invertire la rotta. Dobbiamo avere grande discernimento nell’utilizzo della tecnologia e farla diventare l’alleata preziosissima che già in molti casi si è dimostrata essere.

 

A. M. : Uno dei progetti a cui sei più legata è quello di realizzare un villaggio ideale. Ce lo descrivi?

C.V. : Sto lavorando a due progetti ideali di diverse dimensioni, uno di 3 ettari e l’altro di 172. Il primo, Vivere Aureo, riesamina il modo d’interpretare lo spazio abitativo in comunione e sinergia con l’ambiente circostante. Si inserisce in un terreno collinare nel Parco regionale del Conero (AN), il cui pendio viene parzialmente trasformato in terrazzamenti per ospitare 30 unità abitative poste sotto il piano campagna, tutte semi ipogee. Il campo agricolo, convertito in un giardino botanico, ospita circa 72 specie vegetali pensate per aumentare in modo sinergico la biodiversità e creare un habitat ottimale per piccoli animali e insetti impollinatori. Ogni residenza risulta energeticamente autonoma, con uno spazio verde privato, una vasca di raccolta delle acque piovane e un orto impostato in permacultura. Le dimore hanno una forma a ventaglio, un settore circolare di 108 gradi. La porzione di arco che collega i due lati è una vetrata vista mare di 19 m lineari; nell’angolo opposto è presente una serra bioclimatica, contenente un piccolo giardino d’inverno accessibile dalla camera doppia; la camera matrimoniale, il soggiorno e la cucina affacciano direttamente sul giardino e godono di una vista libera proprio perché le case più vicine sono su terrazze diverse. Le abitazioni vengono costruite con struttura in legno e pareti in terra cruda e paglia per non interrompere la costituzione organica del terreno. La copertura appare come una collinetta verde, permettendo al manto erboso di continuare la sua espansione indisturbato. Un progetto molto innovativo, un esempio concreto di abitazioni del futuro. Un terreno agricolo di tre ettari, con questo progetto si trasforma in un ettaro di bosco e due di giardino botanico; ha un impatto estremamente positivo sul territorio, aumentando esponenzialmente la produzione di ossigeno, la filtrazione di polveri sottili, l’assorbimento di CO2, la biodiversità vegetale e animale. Considerando che le case ipogee non tolgono spazio al verde, si creano 30 mini condomini verticali popolati da specie diverse: sotto e sopra il suolo si svilupperanno vegetazione e animali, in mezzo le abitazioni umane. Le costruzioni ipogee, oltre a essere infinitamente meno impattanti di qualsiasi costruzione fuori terra, sono le più performanti dal punto di vista della termoregolazione. L’altro è veramente un grandissimo progetto ideale. Vuole diventare un organismo urbano bio-tecnologico completamente autonomo, da tutti i punti di vista. Oltre alle soluzioni costruttive usate per Vivere Aureo, introduce le basi per una società sperimentale a tutto tondo, impostata sullo sviluppo dei talenti individuali e sulla rete di interazione frattale; ognuno esprime esattamente il suo ruolo, consapevole che condiziona l’intero sistema. Un proposito magnifico e molto complesso che richiederà ai pionieri che l’abiteranno, un bel salto di coscienza. È un progetto molto ambizioso anche dal punto di vista architettonico, sarà simile a una vera e propria Reggia, maestosa e perfettamente integrata col paesaggio, un equilibrato ibrido tra tecnologia e Natura.

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