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ACQUA, TERRA, FUOCO. Architettura industriale nel Veneto del Rinascimento

Lo straordinario sviluppo industriale che trasformò campagne e colline del Veneto in sede di efficientissime manifatture che non avevano pari nel mondo dell’epoca


Giovan Battista Pittoni, La zona industriale di Vicenza con i mulini alla Porta di Pusterla, 1500 - Roma Biblioteca Angelica


Se Palladio è riuscito a realizzare le sue meraviglie è certo merito del suo genio. Ma anche, se non soprattutto, degli effetti di quel “miracolo economico” che nel ‘500 portò il Veneto di terraferma ai vertici dell’innovazione tecnologica e della produttività europee. Quando, esattamente dieci anni fa, il CISA Palladio aprì aPalazzo Barbaran da Porto il Palladio Museum, al centro del cortile nobile venne messo a dimora un gelso. A chiarire ai visitatori che Palladio non avrebbe potuto creare ville e palazzi oggi oggetto dell’ammirazione universale senza quell’albero, ovvero senza l’attività delle seterie che venivano alimentate dai bozzoli tessuti da bruchi, che delle foglie dei gelsi si cibavano.


ACQUA, TERRA, FUOCO. Architettura industriale nel Veneto del Rinascimento, Palazzo Barbaran da Porto | Foto Francesco Marcorin- CISA Palladio


E non a caso la mostra, per la prima volta, puntualizza come quella grande vicenda imprenditoriale, sia stata scelta come evento di punta del decennale del Museo. Acqua, Terra, Fuoco. Architettura industriale nel Veneto del Rinascimento, aperta fino al 23 marzo 2023, curata da Deborah Howard del St. John’s College di Cambridge, indaga lo straordinario sviluppo industriale che trasformò campagne e colline del Veneto in sede di efficientissime manifatture che non avevano pari nel mondo dell’epoca. Una potentissima Silicon Valley localizzata in aree periferiche, ai piedi delle colline dell’alto vicentino e del trevigiano, soprattutto. Qui scorrevano con impeto le acque che offrivano la forza motrice, qui venivano trattate le materie prime che, plasmate con il fuoco e la stessa acqua si trasformavano in prodotti innovativi, richiestissimi sui mercati della Serenissima e di tutta Europa.


Mulini galleggianti a Padova, 1767 - Archivio di Stato di Venezia


A fare la differenza rispetto alle analoghe imprese del continente, fu la capacità di innovazione, di mettere a punto, e brevettare nuove tecnologie e, allo stesso tempo, di puntare su reti commerciali capillari. «La mostra, frutto di più di 3 anni di ricerche in musei, archivi, biblioteche e sul “campo”, ricerca finanziata dal Leverhulme Trust di Londra (UK), mette in evidenza – anticipa il Direttore del CISA Andrea Palladio/Palladio Museum, Guido Beltramini - ciò che sino a oggi era rimasto dietro le quinte. Attraverso dipinti, mappe, disegni, oggetti e modelli antichi ci fa scoprire le architetture del boom industriale del Veneto del Rinascimento, vale a dire le fabbriche del Nord-Est di cinque secoli fa. Senza la ricchezza da loro prodotta, le ville e i palazzi di Andrea Palladio non avrebbero potuto prendere forma.


Tommaso Fiorini, Centro manifatturiero a Solagna, con filatoio e follo, 1699 - Archivio di Stato di Venezia


Grazie a prestiti italiani e internazionali, sono esposti dipinti di Tiziano, Francesco Bassano e Bellotto, disegni rinascimentali, preziosi modelli antichi di meccanismi brevettati, provenienti dal Maximilianmuseum di Augusta, mappe e documenti d’archivio, libri rari, oggetti d’uso prodotti dalle imprese venete rinascimentali, come il rarissimo corsetto maschile in cuoio e seta di fine Cinquecento, noto come ‘cuoietto’, e ugualmente oggetti d’arte come preziose croci liturgiche con l’argento delle miniere di Schio e spade forgiate a Belluno. Per l’occasione il film-maker Fausto Caliari ha realizzato nove filmati che raccontano lo stato di altrettante “fabbriche” rinascimentali, alcune delle quali ancora oggi in funzione. Questi filmati costituiscono una preziosissima testimonianza del patrimonio proto-industriale del territorio e come tali entreranno a tutti gli effetti nelle raccolte digitali permanenti del Palladio Museum. L’allestimento, disegnato dall’architetto e regista teatrale Andrea Bernard, è concepito per coinvolgere il grande pubblico in un viaggio alla scoperta di questo aspetto poco conosciuto della cultura del Rinascimento europeo» conclude Beltramini.


ACQUA, TERRA, FUOCO. Architettura industriale nel Veneto del Rinascimento, Palazzo Barbaran da Porto | Foto Francesco Marcorin- CISA Palladio


La mostra vuole attirare l’attenzione sullo stato precario in cui versa parte del patrimonio proto-industriale oggi, patrimonio che va invece tutelato perché tratto fondante della nostra identità. Non vanno trascurate le lezioni che possiamo trarne: la capacità di coniugare sviluppo e bellezza in armonia con l’ambiente; i vantaggi, economici ma anche ambientali e creativi, di ambienti produttivi in co-working, in cui le stesse risorse possono essere riutilizzate; l’impiego di materiali economici e di provenienza locale; il ricorso a fonti energetiche pulite e rinnovabili. La mostra è realizzata in sinergia con la Direzione regionale Musei del Veneto, guidata da Daniele Ferrara, nel quadro dell’Accordo di Valorizzazione fra Ministero della Cultura e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. È sostenuta dall’associazione statunitense Friends of Palladio, dalla The Gladys Krieble Delmas Foundation di New York (USA) e, come attività del Palladio Museum, gode del sostegno Art Bonus di Viacqua SpA.


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© Edizioni Archos

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