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Addio Maria Gabriella

Venerdi 14 giugno 2019 è mancata Gabriella Frabotta, collaboratrice storica di ArtApp e cara amica


Corteo femminista, Roma 1971

Io la chiamavo sempre “Maria Gabriella” e lei sorridendo mi diceva: «solo mio padre mi chiamava così...tutti mi chiamano Gabriella...». Scriveva per ArtApp da tanti anni, seguiva con passione la rivista perché le piaceva molto, si complimentava sempre con Edoardo per la qualità degli argomenti che proponevamo a collaboratori e lettori e la sovversione delle nostre posizioni redazionali. Colta, raffinata, competente, attiva e anticonformista, non ha mai smesso di essere presente sulle pagine della rivista, nemmeno quando ha perso l'amato compagno, nemmeno quando la realtà politica e sociale della sua città, Roma, l'avevano tanto amareggiata da farle desiderare di depositare la penna e utilizzare una macchina fotografica per denunciare lo scempio ambientale e culturale che la circondava.

Maria Gabriella, giovane universitaria, negli anni '70 ha contribuito a scrivere le pagine del riscatto femminile attraverso una militanza attiva nel movimento femminista romano ed in seguito, attraverso la sua attività di psicoterapeuta lacaniana, ha continuato a partecipare in prima persona al consolidamento dei princìpi sociali e politici della sua formazione. Tutti noi di ArtApp siamo in piedi per salutarla per l'ultima volta, ci mancherà e mancherà ai suoi affezionati lettori. A me piace pensare che sia solo “andata avanti”, e che sia sorridente, perché così l'ho sempre vista e così la voglio immaginare adesso.

Convegno Nazionale Educazione alla bellezza 2016 - La bellezza ferita - Relazione della Dottoressa Maria Gabriella Frabotta

[…] Sono stata una ragazza in un gruppo di ragazze che negli anni '70 fecero una scelta profonda e coraggiosa. Una presa di parola che permise di costruire vivendola una pratica di autocoscienza in un piccolo gruppo. Questi piccoli gruppi erano luoghi di incontro e conoscenza. È così che un nostro mondo privato di donne diventò lentamente conoscenza e cultura Altra. Un tipo di cammino che è in genere consumato in solitudine o affidato a un incontro di amicizia o d’amore. Una sorta di “ maternage”, una veglia nutrita di pensiero talvolta anche dolorosa dell’una accanto all’altra. Femminismo e psicanalisi. Emancipazioni femminili e conquiste sociali partirono dal cuore profondo dell’Europa. Nel bel film Suffraggette con materiale d’archivio viene documentata la conquista del voto delle donne ostacolata violentemente e incredibilmente nel parlamento inglese anche dagli uomini più democratici. Oggi tutto ciò ha permesso al mio lavoro da psicanalista di prendersi cura delle donne e non solo.


Non dimentico e ve le restituisco le parole attente di una scrittrice come Dacia Maraini che pur nella ripetuta denuncia indignata dei femminicidi ha potuto restituire i cambiamenti di una parte del mondo maschile. “ Uomini degni di amore”. Uomini che si vanno anche modificando ma in un modo che v’è anche il ritorno di una reiterata ambivalenza. Eppure siamo circondati non solo da uomini violenti ma anche donne con reazioni violente e a prima vista inspiegabili sui loro figli. È così che il figlicidio si somma ai continui femminicidi. Penso che l’indignazione non sia rabbia ma conseguenza della silenziosa conquista da parte delle donne europee di territori tradizionalmente maschili e che debba aspettarsi il dover fare i conti con la contraddittoria ambivalenza spesso negata dal mondo maschile...


© Edizioni Archos

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