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Alvisi Kirimoto racconta 20 anni di carriera

Massimo Alvisi e Junko Kirimoto presentano la loro storia e i progetti che li hanno resi noti nel panorama internazionale


Alvisi Kirimoto, Villa K | Foto ©Marco Cappelletti


In occasione dei 20 anni di fondazione dello studio di architettura Alvisi Kirimoto, Massimo Alvisi e Junko Kirimoto presentano la loro storia e i progetti che li hanno resi noti nel panorama internazionale giovedì 22 febbraio 2024 presso Triennale Milano.


Il dialogo con la natura, la rigenerazione urbana e l’attenzione ai temi sociali sono il tratto distintivo dello studio, fondato a Roma nei primi anni Duemila da Massimo Alvisi e Junko Kirimoto, insieme nella vita e nella professione. In due decenni di attività lo studio ha realizzato numerosi interventi in Italia e all’estero, raccolti insieme per la prima volta nel volume “Alvisi Kirimoto. Storia, Natura, Lavoro”, edito da The Plan Editions.


L’evento sarà l’occasione per esplorare i temi cari allo studio e per ripercorrere i lavori più significativi, che spaziano dall’architettura, all’urbanistica, dagli interni al design: "Spesso ci dicono che i nostri progetti sono sempre diversi e noi rispondiamo: come potrebbero essere uguali? Non è possibile. Ogni progetto ha la sua storia e noi abbiamo la responsabilità di creare idee uniche, costruite intorno al luogo e alle esigenze della comunità come del singolo e in grado di raccontarne la storia e costruirne una nuova." - raccontano i fondatori dello studio.


Alvisi Kirimoto, Piazza Faber, Tempio Pausania (SS) | Foto ©Luigi Filetici


Fondendo la sensibilità italiana e quella giapponese, lo studio si distingue per l’approccio sartoriale alla progettazione. Massimo, ha un’attenzione particolare alla dimensione urbanistica e collettiva; più artistica è la visione di Junko, vincitrice del Premio d’Oro Tesi di Laurea assegnato dal Japanese Institute of Architects, la cui mano si rivela nella cura minuziosa del dettaglio e nella concezione minimalista. Due profili complementari, che condividono con il loro team un modo di lavorare appassionato e rigoroso e una metodologia progettuale fondata sul dialogo e sulla sperimentazione, che costruisce spazi disegnati attraverso la luce.


Alvisi Kirimoto ha partecipato ai più importanti eventi di settore, tra cui la Biennale di Venezia nel 2012, 2016 e nel 2018. Vincitore di vari concorsi e premi internazionali — tra i tanti i premi IN/ARCH Lazio, IN/ARCH Nazionale e Architecture Masterprize nel 2023, la menzione d’onore al premio EU Mies van der Rohe nel 2021, l’International Architecture Award 2021 del The Chicago Athenaeum, il Premio Speciale alla XII edizione del Premio Internazionale Architettura Sostenibile Fassa Bortolo e il Premio Architettura Toscana ed. 1 nel 2017, lo studio costruisce di volta in volta un’opera rispettosa e iconica al tempo stesso, che coniuga elementi artificiali e naturali, e interpreta appieno l’identità del luogo.


Alvisi Kirimoto, Uffici direzionali - Chicago (USA) | @Nic Lehoux


Un corpus di lavoro ben sintetizzato dalle parole di Philip Jodidio: “L’esperienza ventennale di Alvisi e Kirimoto li ha resi sicuri di una cosa: per realizzare i loro progetti ci sono ‘metodi e processi’ che condividono a prescindere dalla tipologia. Le loro opere si raccontano attraverso le ombre, le luci, i materiali lasciati a vista e il dichiarato desiderio di essere universali unito all’accettazione che tutto, anche una parete di cemento, cambia con il tempo ed è quindi effimero. Ma il punto non è tanto la parete quanto lo spazio vuoto formato dagli architetti, uno spazio ‘creato apposta per essere riempito’”.






© Edizioni Archos

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