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AMAZÔNIA di Sebastião Salgado

Il fotografo brasiliano ha voluto ricreare l’ambiente della foresta amazzonica, dando una testimonianza di ciò che resta di questo immenso patrimonio, che rischia di scomparire



Dopo il progetto Genesi, dedicato alle regioni più remote del pianeta per testimoniarne la maestosa bellezza, Salgado ha intrapreso una nuova serie di viaggi per catturare l’incredibile ricchezza e varietà della foresta amazzonica brasiliana e i modi di vita dei suoi popoli. Un progetto durato sette anni, durante i quali ha fotografato la vegetazione, i fiumi, le montagne e le persone che vi abitano. Con oltre duecento fotografie esposte, Amazônia vuole proporre un’immersione totale nella foresta amazzonica, invitandoci a riflettere sulla necessità di proteggerla.


Indiana Yawanawá. Stato di Acre, Brasile, 2016 © Sebastião Salgado/Contrasto


La mostra si sviluppa attorno a due temi. Il primo è costituito dalle fotografie di ambientazione paesaggistica, poste a diverse altezze e presentate in diversi formati, con le sezioni che vanno dalle vedute aeree della foresta ai fiumi volanti. Il secondo è dedicato ai 12 gruppi indigeni che Salgado ha immortalato nei suoi numerosi viaggi. La visita alla mostra è accompagnata da una traccia audio immersiva commissionata appositamente per l’allestimento della mostra Amazônia da Jean-Michel Jarre che fa rivivere i suoni della foresta pluviale. Con una sinfonia del mondo composta dai suoni concreti della foresta, la mostra restituisce anche la voce e i canti degli indigeni, tutti provenienti dagli archivi sonori del Museo di Etnografia di Ginevra.


Anavilhanas, isole boscose del Río Negro. Stato di Amazonas, Brasile, 2009 © Sebastião Salgado/Contrasto


Novità assoluta è poi l’iniziativa Amazônia Touch, il primo volume fotografico concepito e progettato per non vedenti e ipovedenti con l’editore Taschen. Grazie alla partnership tra Lélia e Sebastião Salgado con la Fondazione Visio, presso la Fabbrica del Vapore per la prima volta sarà a disposizione dei visitatori un libro che offre l’accesso alle fotografie della foresta amazzonica e delle sue comunità indigene grazie ad immagini tattili realizzate su lastre di ottone. Sono parte integrante dell’esposizione anche due sale di proiezione: in una è mostrato il paesaggio boschivo, le cui immagini scorrono accompagnate dal suono del poema sinfonico Erosão; nell’altra sono esposti alcuni ritratti di donne e uomini indigeni, in sottofondo una musica composta appositamente dal musicista brasiliano Rodolfo Stroeter.


Famiglia Korubo. Stato di Amazonas, Brasile, 2017 © Sebastião Salgado/Contrasto

“Lo scorso marzo, Sebastião Salgado ha ricevuto il Sigillo della Città di Milano per il suo impegno costante, nel lavoro come nella vita, sui temi ambientali e sociali, che sono tra i pilastri dell’azione di questa Amministrazione, e sul necessario equilibrio tra uomo e natura”, ha dichiarato l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi. “Lo stretto legame di Salgado con la città si riflette anche nella particolare attenzione dedicata all’allestimento della tappa milanese, che vede negli spazi esterni adiacenti alla Cattedrale la messa a dimora di 18 nuovi alberi sul piazzale di Fabbrica del Vapore: un primo passo verso l’attuazione di un progetto di più ampio respiro che trasformerà Fabbrica in un vivaio culturale aperto alla città”.


Arcipelago fluviale di Mariuá. Rio Negro. Stato di Amazonas, Brasile, 2019 © Sebastião Salgado/Contrasto

«Questa mostra - afferma Sebastião Salgado - vuole ricreare l’ambiente della foresta amazzonica, che ho vissuto, documentato e fotografato per sette anni, dando la possibilità al visitatore di immedesimarsi e immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Sono particolarmente felice di tornare con Amazônia ad esporre a Milano, la città che ha dato sempre molto spazio al mio lavoro, offrendo ai cittadini l’occasione di vedere le immagini che sono una testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela».


© Edizioni Archos

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