top of page

Bernini e la pittura del ‘600. Dipinti della Collezione Koelliker

Redazione ArtApp

Esposti a Palazzo Chigi di Ariccia i dipinti di Giovan Lorenzo Bernini appartenenti alla Collezione Koelliker, una delle più importanti collezioni private d’arte italiana al mondo



Gian Lorenzo Bernini, Autoritratto mentre disegna, 1623-25). Milano, Collezione Koelliker


In mostra fino al 18 maggio 2025 numerosi dipinti attribuiti al Bernini, tra ritratti e studi di figura, che fanno parte della Collezione Koelliker, una delle più importanti collezioni private d’arte italiana al mondo. Secondo le fonti storiche e i documenti archivistici, il sommo artefice aveva eseguito numerosi dipinti, non solo ritratti, ma anche quadri di soggetto allegorico con una e più figure, in gran parte perduti. Dalla scultura, che costituisce il settore per il quale è maggiormente conosciuto, all’architettura, dalle arti decorative agli apparati effimeri, compresa la pittura, Giovan Lorenzo Bernini (Napoli 1598 – Roma 1680) è riuscito a lasciare una traccia di sé in tutte le espressioni delle arti figurative dell’epoca, sia in ambito europeo, che soprattutto per la scuola romana di cui fu protagonista assoluto.


L’esposizione, a cura di Francesco Petrucci, Conservatore di Palazzo Chigi e tra i massimi esperti del Barocco romano, vuole rendere quindi omaggio ai tanti dipinti del Bernini, tra cui alcuni rari autografi, come l’Autoritratto mentre disegna, il Ritratto del poeta Virginio Cesarini, uno splendido Levantino sdraiato, probabilmente un facchino del Porto di Civitavecchia, e un Cristo alla colonna di caratteristiche tizianesche.


Gian Lorenzo Bernini, Levantino sdraiato (1648-50). Milano, Collezione Koelliker


Esposte, inoltre, anche una vasta selezione di opere del Barocco romano, con numerosi capolavori d’artisti italiani e stranieri che operarono a Roma nel XVII secolo. Nelle sale di Palazzo Chigi sono ospitate opere come Sansone che sbrana il leone di Giovanni Lanfranco, il Battesimo di Cristo di Pietro da Cortona, una sensuale Venere con il pomo d’oro di Andrea Sacchi proveniente dalla collezione Chigi e un monumentale Eraclito e Democrito di Giovanni Domenico Cerrini, mai esposto al pubblico, proveniente dalle collezioni medicee.


Impressionanti due scene di banchetti degenerati in tragedia: il Convito di Assalonne di Niccolò Tornioli e il poco noto Alessandro Magno uccide Clito di Mattia Preti. Numerosi i ritratti, opera di specialisti come Guglielmo Cortese detto “il Borgognone”, Giovan Battista Gaulli detto “il Baciccio”, Pierre Mignard e Jacob Ferdinand Voet. Spiccano il Ritratto del cardinale Alderano Cybo del Maratta e il Ritratto di Urbano Barberini di Giuseppe Passeri. Tra gli artisti presenti, infine, anche Pier Francesco Mola, Bernardino Mei, “Monsù Bernardo”, Daniel Seiter, Giovan Battista Beinaschi e Girolamo Troppa.


Comments


© Edizioni Archos

Sostieni ArtApp! Abbonati alla rivista.

Ti è piaciuto ciò che hai appena letto? Vorresti continuare a leggere i nostri contenuti? ArtApp è una rivista indipendente che sopravvive da più di dieci anni grazie a contributi liberi dei nostri scrittori e alle liberalità della Fondazione Bertarelli. Per supportare il nostro lavoro e permetterci di continuare ad offrirti contenuti sempre migliori Abbonati ad ArtApp. Con un piccolo contributo annuale sosterrai la redazione e riceverai i prossimi numeri della rivista direttamente a casa tua.

SELEZIONATI PER TE

bottom of page