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Claudio Sapienza alla XIII Florence Biennale di Firenze

L'artista siciliano espone le sue opere che suggeriscono la complessità, la bellezza, il fascino, la seduzione e la forza dell’identità femminile nel suo costante mutamento


Segreto, 2021 (particolare)


La XIII Florence Biennale, aperta fino al 31 ottobre 2021 nella splendida cornice della Fortezza da Basso a Firenze, è una mostra internazionale d’arte contemporanea e design, considerata una vetrina d'eccellenza dell’attuale produzione artistica globale. Prevede il conferimento di Premi Speciali e Premi alla Carriera per l’Arte e per il Design, quest’anno a Michelangelo Pistoletto, Oliviero Toscani e Vivienne Westwood. La manifestazione coinvolge gli artisti partecipanti e i visitatori in un ricco programma che prevede conferenze, performance, workshop e iniziative didattiche, focalizzando l'attenzione sul tema "Eternal Feminine | Eternal Change. Concepts of Femininity in Contemporary Art and Design".


Canto della Notte, 2018 - Installazione a parete


Claudio Sapienza, vincitore nel 2018 del Contest “Il segno”, indetto da ArtApp, vi partecipa con alcune sue opere, e ci ha detto: «questo tema mi ha portato alla ricerca di una comprensione del femminile come universo ricco e complesso. Ho quindi dedicato molte energie all’elaborazione di alcune opere ad esso dedicate, per essere esposte accanto ad altri lavori che sono stati concepiti precedentemente, seguendo altre ispirazioni.» “Segreto” è un assemblaggio che nel suo insieme rimanda al simbolo universale del ‘femminile’, ma rivela uno sguardo molto personale. I diversi elementi che costituiscono l’opera - lo specchio, il setaccio, il telaio per tombolo, il velo nero, il rame, la farfalla, gli elementi floreali, la sabbia vulcanica - con i loro valori materici, cromatici e simbolici evocano molteplici significati che, nella loro sovrapposizione, suggeriscono la complessità, la bellezza, il fascino, la seduzione, la forza e la generatività dell’identità femminile nel suo costante mutamento.

Altre due opere esposte, “Il mare di Penelope” e “La tela di Penelope” - quest’ultima ha ricevuto una menzione speciale a seguito della partecipazione al Contest indetto da Teelent per la Florence Biennale - rendono omaggio ad una figura emblematica dell’universo femminile, appartenente al nostro immaginario culturale. Non solo, in esse, gli elementi che le caratterizzano esprimono una fusione del femminile con il maschile. Infatti, se lo spago e la tela rimandano all’arte della tessitura di Penelope, il colore del mare e i sottili riferimenti alle imbarcazioni ricordano il viaggio di ritorno di Ulisse verso Itaca per ricongiungersi alla sua donna.


Il mare di Penelope, 2020 - Installazione a parete

La sua formazione artistica, nutrita in particolare da un’ammirazione per alcuni maestri del passato come Leonardo e Turner, è ulteriormente arricchita dall’esempio della Land Art e della produzione di artisti quali Penone, Guccione, Burri, Kiefer, Paolini, Parmiggiani, Cornell. A questo si aggiunge il suo interesse verso altre forme di espressione del pensiero, come la filosofia, la poesia e la musica che ama profondamente. In particolare è sollecitato dal confronto col pensiero di Antonio Mercurio, fondatore della Sophia Art e della Cosmo Art, che gli suggerisce possibili strade da percorrere, nella sua ricerca di senso dell’esistenza e dell’arte. Con questo ha anche approfondito, in un suo saggio intitolato “Il sentimento oceanico e il Sé Cosmico nella creazione artistica contemporanea”, quel sentimento primordiale che Romain Rolland ha definito ‘oceanico’, proprio perché mosso dalla tensione a sentire ed esprimere l’intima essenza che unisce gli uomini alla Natura. Nell’esigenza di superare il limite dell’individualità, ultimamente collabora con sua moglie Silvia Marzia Cacciatore, per la creazione di un progetto “corale” che vede fondersi intenti e linguaggi visivi, “un modo più completo di comprendere le cose della Natura e della Vita”.


Segreto, 2021 - Assemblage

«È sicuramente la nascita in un luogo come Catania – racconta l'artista - così particolarmente legato alla tradizione culturale greca, al mare, contrassegnato dalla presenza di un vulcano, l’Etna, a determinare in me simili scelte di contenuto. Direi che ha forse determinato dal profondo la mia ricerca: la relazione con la Natura continuamente sperimentata attraverso la combinazione di tecniche, materie e mezzi espressivi.» La storica dell’arte Giuseppina Radice, con cui Sapienza collabora da diversi anni, sintetizza così il bisogno dell’artista di muoversi in un territorio di confine - tra realtà e immaginazione - per rappresentare quello che lui stesso indica come il suo “mondo poetico per natura e per cultura”: «Sapienza non vuole ‘il vero, nient’altro che il vero’; non sceglie di raccontare una ‘commovente’ prevalenza del sentimento sull’intelletto […]: al semplice illustrare preferisce giocare con metafore, allusioni, ‘inesattezze’ riuscendo a evocare, insinuare e suggerire altre dimensioni».

Per Claudio Sapienza, già ‘cultore della materia’ presso la cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Catania, titolare della cattedra di Discipline grafiche, pittoriche e scenografiche, nella Scuola Secondaria di II grado, gli elementi della Natura - foglie, farfalle, legno, carbone, sezioni d’albero, ecc… - talvolta protagonisti delle opere, altre volte accostati a scenari più allargati come mare, vulcani, giardini, ecc… - sono carichi di valenze metaforiche e simboliche, sono strumenti con i quali intende scoprire e rivelare le analogie e le corrispondenze sottili che legano l’Uomo alla Natura, e di questo dice: «i segni della Natura sono per me un eloquente alfabeto universale che mi sollecita in una sperimentazione tra pittura, assemblaggio, disegno, installazione, progetti site specific





© Edizioni Archos

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