de bello. notes on war and peace
- Redazione ArtApp
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La prima esposizione collettiva di gres art 671 parla di guerra, di un percorso bellico che dura secoli e utilizza l’arte per testimoniare, provocare e soprattutto ispirare l’urgenza della pace

© Gabriele Micalizzi, "de bello. notes on war and peace" gresart671 (Bergamo) | Foto © Diego De Pol
“de bello. notes on war and peace" è un viaggio attraverso installazioni, dipinti, sculture, fotografie, video, opere tessili e videogiochi di oltre 30 artisti diversi per generazione, provenienza, mezzo espressivo, che hanno in comune l’aver vissuto e indagato la guerra attraverso l’arte. Un arco di circa sette secoli, partendo da opere storiche in prestito da istituzioni culturali, fino a lavori di stretta contemporaneità di cui molti inediti, che possa evocare gli stati d'animo che i conflitti provocano.

© Studio Claire Fontaine, "de bello. notes on war and peace" gresart671 (Bergamo) | Foto © Diego De Pol
Uno sguardo trasversale a geografie ed epoche storiche. Dall'età moderna ai moti risorgimentali sino all'Ucraina, dal Medio Oriente al Sud America. Un invito a riflettere su come l’esperienza della guerra modelli il senso di appartenenza e le percezioni dell'umanità, attraverso gli artisti, i loro pensieri, le loro opere. Da Alberto Burri a Claire Fontaine, da Anselm Kiefer a Lawrence Abu Hamdan, da Joseph Beuys, Marina Abramović a Cristina Lucas e Maja Bajević, da Andrea Gastaldi a Boris Mikhailov e Arcangelo Sassolino, passando per Monira Al Qadiri, Mohamed Choucair, Masbedo, Total Refusal e molti altri.

© Anselm Kiefer, "de bello. notes on war and peace" gresart671 (Bergamo) | Foto © Diego De Pol
Da sempre, i linguaggi dell’arte intervengono per assolvere l’arduo compito di rappresentare la guerra. La pittura, la scultura, la fotografia, le immagini in movimento, il suono e, più di recente, gli ambienti digitali e i nuovi media sono serviti come strumenti per esprimere addirittura l’indicibile, testimoniando, analizzando, mappando e condannando, ma anche svolgendo un ruolo nei processi di ricostruzione, riparazione e guarigione sia individuale sia collettiva. L’arte è testimonianza, voce, approfondimento, protesta, resistenza, fuga, ricerca, ispirazione. L’arte e gli artisti da sempre reagiscono, sono resilienti, traducono il dolore in creazione e possono trasformare le macerie in rinascita.

"de bello. notes on war and peace" gresart671 (Bergamo) | Foto © Diego De Pol
Grazie a un importante allestimento firmato da 2050+, anche co-curatori del progetto insieme a Francesca Acquati per gresart671, negli oltre 2000 metri2 dell'ex spazio industriale di Bergamo, "de bello. appunti sulla guerra e sulla pace” racconta di traumi e di distruzione, di nomadismo e di resilienza ma anche della possibilità di ricostruzione e di ripartenza. La mostra è organizzata intorno a cinque gruppi tematici (pace apparente, allarme, guerra, macerie, resistenza), articolando un ideale crescendo di risposte emotive che dovrebbero definire universalmente l’esperienza della guerra.

"de bello. notes on war and peace" gresart671 (Bergamo) | Foto © Diego De Pol
Gli artisti presenti: Marina Abramović, Lawrence Abu Hamdan, Monira Al Qadiri, Maja Bajević, Gabriele Basilico, Joseph Beuys, Antonio Bermúdez, Alberto Burri, Daya Cahen, Achille Capetta, Mohamed Choucair, Dima Fatum, Claire Fontaine, Anton Frankovitch, Salvatore Garzillo, Andrea Gastaldi, Maees Hadi, Massoud Hassani, Alfredo Jaar, Anselm Kiefer, Tillmann Lauterbach, Cristina Lucas, Basilio Maritano, Masbedo, Claudia Mastroroberto, Mateo Maté, Gabriele Micalizzi, Boris Mikhailov, Serena Oddo, Jacopo Ripanda, Sant'Antonino da Firenze, Salvatore Scarpitta, Masha Shubina, Jonas Staal, Arcangelo Sassolino, Total Refusal.