Il Carnevale degli Animali
Arte, musica e moda nel Futurismo e negli anni Ottanta

Il Carnevale degli Animali , Villa Argentina Viareggio (LU) | Fotografie di Caterina Salvi Westbrooke
Sovvertire, mescolare, sperimentare, scoprire, ironizzare, giocare. Se dovessimo sintetizzare l’intersecarsi di stili, riferimenti storici, artistici e culturali che costituiscono il racconto della mostra “Il Carnevale degli Animali”, a cura di Pietro Riani e Ferdi Montenegro, con uno splendido catalogo a cura di Paolo Riani, accolta nelle sale di Villa Argentina a Viareggio, gioiello liberty di proprietà della Provincia di Lucca, aperta fino all’11 maggio 2025, queste ne sarebbero le coordinate. Perché il percorso che l’esposizione propone è un viaggio multidisciplinare che abbraccia arti visive, musica, moda e design promosso dalla Fondazione Carnevale di Viareggio.

Dagli anni ’80 dell’Ottocento ai mitici anni ‘80 del Novecento. Un secolo di complesse trasformazioni, rotture con il passato, sgargianti provocazioni in cui l’estetica si trasfigura per raccontarci nuove visioni del mondo e dell’uomo. Dalla suite musicale di Camille Saint- Saëns alla moda futurista, dagli eccessi degli anni Ottanta al design radicale. Una cavalcata attraverso rivoluzionari decenni, identificati in una serie di connessioni tematiche e culturali, di rottura con il passato, in cui al centro rimane sempre l’individuo, con la sua capacità di reinventarsi e reinterpretare la realtà che lo circonda. E allora, partendo dalle note giocose, umoristiche e satiriche de Le Carnaval des animaux, del celebre compositore francese, inizia un viaggio che collega elementi così differenti, apparentemente slegati tra loro, in realtà uniti dal filo conduttore del Carnevale.

Con le sue tradizioni, le sue maschere, il suo narrarci un mondo alla rovescia, il Carnevale è da sempre eccellente esempio della voglia di rottura delle convenzioni sociali. Il suo rimettere in discussione il mondo rappresenta l’espressione più viva, libera e creativa sperimentabile. Gioco, teatralità, invenzioni, ironia, mascheramento, smascheramento, nel Carnevale diventano la messa in scena di una quotidianità di rapporti umani completamente ribaltata, criticata, riletta con gli strumenti della satira e dell’allegoria.
Nella composizione musicale per orchestra da camera, inizialmente pensata da Saint-Saëns per un pubblico ristretto e oggi tra le più amate e frequentemente eseguite, l’artista ironizza, attraverso musica e iconici animali, sui caratteri umani. L’opera è un palinsesto delle fluide individualità umane, attraverso movenze, abitudini, spiritose goffaggini, introdotte dalla regale e maestosa marcia del leone, il re della foresta.

Questo affresco di suoni, nella Mostra, diventa una ironica narrazione delle sfaccettature dei caratteri umani, attraverso moda, costume e pittura. Due i momenti creativi scelti dai curatori: il Futurismo e la rivoluzione pop degli anni Ottanta. Perché? Perché sono accomunati dalla voglia di rottura con il passato e da una sostanziale riscrittura del presente, esattamente come fa il Carnevale.
La sfida alle convenzioni – infatti - ha ispirato l’estetica di Fiorucci, Krizia, Moschino, Cinzia Ruggeri, Romeo Gigli, le cui creazioni tornano qui idealmente in passerella, grazie agli archivi di Angelo Vintage e quello di Love Therapy di Floria Fiorucci. Una sfida al consueto che inizia dalla futurista tuta di Thayaht, alias dell’artista italiano Ernesto Michahelles. Completano il percorso accessori e straordinari oggetti di design di Alessandro Mendini, autore tra l’altro di un’opera della Collezione del Carnevale di Viareggio Carnevalotto, del collettivo Memphis, del mitico Studio Alchimia, che rivoluzionarono il design contemporaneo. Martinelli Luce ha messo a disposizione i pezzi di design luminosi ancora oggi in produzione.

La Mostra mette in scena una selezione di straordinari abiti indossati da manichini in pose leggiadre ed ironiche con il volto di quegli animali a cui Saint-Saëns concede una rappresentazione sul pentagramma. Le teste di animali sono opera della maestria dei giovani artisti del Carnevale di Viareggio. Maestri della cartapesta, oggi autori di maschere isolate in concorso, e in futuro maghi dello stupore e della genialità tutta viareggina. E se abiti e forme avvolgono il visitatore, le opere del pittore Eugenio Pieraccini lo proiettano in immagini iconiche e giocose del rapporto tra l’uomo e l’animale. Al visitatore non resta che lasciarsi guidare seguendo un immaginario spartito, dettato dal desiderio di innovazione, di gioco e di ironia, dagli anni Venti agli anni Ottanta.

Le carnaval des animaux è un’opera buffa, irriverente, composta da Camille Saint-Saëns per le festività d’un mardì gras da celebrare con gli amici e scritta per due pianoforti e una piccola orchestra (flauto, ottavino, clarinetto, glockenspiel, xilofono e quintetto d’archi). La prima esecuzione a Parigi il 9 marzo 1886 nella casa del violoncellista Charles Lebouc; un’opera che piacque subito per la brillantezza della scrittura, piena di verve e di humour, e per la singolarità del soggetto, con quegli animali che erano anche una ironica carrellata di personaggi dell'ambiente musicale parigino. L’opera si compone di 14 brani, ognuno dei quali si riferisce a un animale e rappresenta il ritratto o la caricatura dell’animale. Rendono speciale la mostra le esecuzioni dal vivo dell’opera eseguite dall’Ensemble del Conservatorio di Musica Luigi Boccherini di Lucca diretto da Tomek Zwoliński.

Mostra a cura di Pietro Riani e Ferdi Montenegro
Catalogo a cura di Paolo Riani con Laura Mirabelli
Progetto grafico di Andrea Lancellotti
1 febbraio - 11 maggio 2025
Villa Argentina, Viareggio (LU)
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