La Cittadella è diventata un'agorà dell’arte grazie a una grande mostra a cielo aperto, sedici dettagli dei manifesti più belli della storia del Carnevale sono le nuove immagini dipinte sulle facciate dei capannoni e dell’hangar museo
Cittadella del Carnevale, Viareggio (LU)
Sorrisi ammiccanti. Colori accesi e vibranti. Dettagli che si allargano e catturano il visitatore, per condurlo in un mondo di creatività, genialità e fantasia. Una narrazione forte e di impatto, a grandissime dimensioni. Una suggestiva passeggiata nella storia della grafica contemporanea che ha raccontato e continua a fare, con i suoi stili e tendenze, il Carnevale di Viareggio. Nasce con queste suggestioni il progetto grafico dei giganteschi murales sui portoni degli hangar, firmato dall’architetto Paolo Riani e realizzato dall’Ati, l’associazione temporanea di cinque ditte artigiane del Carnevale di Viareggio.
Una completa trasformazione di piazza Burlamacco, al centro della Cittadella, che si identifica ancora di più nell’agorà dell’arte, attraverso una grande temporary exhibit, da ammirare solo “qui ed ora”, proprio nel senso dello spirito del Carnevale. Riani ha estratto sedici dettagli dei manifesti più belli della storia del Carnevale, trasformandoli in nuove immagini originali dipinte sulle facciate dei capannoni, che custodiscono i carri allegorici e l’hangar museo, per una superficie totale di duemila metri quadri, creando così una grande mostra a cielo aperto.
Sono stati riprodotti i dettagli del grande Pierrot protagonista del manifesto del 1926, realizzato da Lucio Venna; la maschera in chiave futurista che suonava la tromba, a cavalcioni di un festoso pesce, con tanto di tuba, immaginato da Siro, nome d'arte di Umberto Spironello, per il Carnevale del 1930. Un portone accoglie la grande vela che Uberto Bonetti, inventore di Burlamacco, realizzò per il Carnevale del 1937, mentre i riccioli della maschera al centro del manifesto del 1949, ancora di Bonetti, sono un dettaglio scherzoso e colorato, sulla facciata di un altro hangar. Particolari del manifesto del 1952 sono riprodotti sui portoni di due capannoni.
Burlamacco appare su cinque hangar. Nei particolari delle elaborazioni grafiche dello stesso Bonetti, per i manifesti del 1967 e del 1973 e con il suo sorriso inconfondibile, nell’immagine che Franco Signorini realizzò per il 1984. Il suo volto nelle interpretazioni di Edoardo Ceragioli per il 2010 e di Stefano Giomi per il 2011; il suo profilo firmato da Franco Anichini per il 2004. Un hangar accoglie la grande V rossa del manifesto di Arnaldo Pomodoro per il Carnevale 1997, un altro ancora la maschera femminile di Giorgio Michetti per l’edizione 2017. Infine un portone vede riprodotto il vorticoso e colorato ballo di maschere che Uberto Bonetti immaginò per l’edizione 1968.
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