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Kengo Kuma. Onomatopeia Architecture

Redazione ArtApp

ACP Art Capital Partners – Palazzo Franchetti presenta un’originale retrospettiva su una tematica unica dell’innovativo architetto giapponese


Kengo Kuma. Onomatopeia Architecture Laguna | Crediti Vincenzo Bruno/ ACP

“L’onomatopea non vede l’architettura come il soggetto delle operazioni di attori di un rango superiore (gli architetti), ma pone architettura ed esseri umani sullo stesso piano. Gli architetti non sono a capo dell’architettura, ma camminano attorno ad essa insieme ai fruitori. L’onomatopea è simile alla voce di un animale emessa a livello fisico ed esperienziale”.

Kengo Kuma


Kengo Kuma Albero della barca, Palazzo Franchetti | Courtesy ACP – Palazzo Franchetti


Prendendo ispirazione dalle parole di Kengo Kuma stesso, ACP Art Capital Partners –Palazzo Franchetti, in collaborazione con lo studio internazionale Kengo Kuma and Associates, ha inaugurato in maggio un’originale retrospettiva su una tematica unica dell’innovativo architetto giapponese e i suoi progetti realizzati in tutto il mondo. Partendo dall’onomatopea, che è l’atto di creare o usare parole che includono suoni simili ai rumori ai quali si riferiscono, Kengo Kuma dà forma a una sensazione fisica che esprime la sua idea di architettura sostenibile, dove i materiali sono di recupero e le persone e le cose si ricongiungono. Riscoprendo le tradizioni giapponesi e i suoi materiali più utilizzati – legno, carta e metallo – l’architetto decide di reimpiegarli in modo più contemporaneo. Nella sua visione, le superfici non coinvolgono solamente la vista, ma anche i sensi di olfatto e tatto. Attraverso l’esposizione di alcune maquette dei suoi edifici più celebri, i visitatori sono incoraggiati a scoprire i suoni dei diversi materiali.


Modello © Kengo Kuma Associates

“Ogni volta che vado a Venezia e mi sento vicino all’acqua come “materiale”, penso al dialogo tra l’umano e il materiale. In questa mostra a Palazzo Franchetti vorrei mostrare come io creo il dialogo con i materiali. In questo dialogo non faccio quasi mai uso di un linguaggio influenzato dalla logica. E quando lo uso, è impossibile farmi capire. Ecco perché uso sempre l’Onomatopea. La materia e il corpo parlano tra loro e risuonano quando usano questo linguaggio primitivo”.

Kengo Kuma





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