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La Commedia Umana

L'ultima mostra di Ai Weiwei alle Terme di Diocleziano


Foto © Fondazione Berengo


Fino al 3 aprile 2022 il Museo Nazionale Romano ospita alle Terme di Diocleziano l’opera La Commedia Umana di Ai Weiwe uno dei più grandi artisti contemporanei che esprime i suoi principi nelle forme d’arte più disparate, dalla scultura alla fotografia, dall’architettura alle installazioni, fino alla pubblicazione della sua biografia e alla regia teatrale della “Turandot”, in scena al Teatro dell’Opera dal 25 marzo in concomitanza all’evento espositivo. Composta da oltre duemila pezzi di vetro soffiato a mano e fuso dai maestri vetrai di Berengo Studio di Murano, La Commedia Umana è un enorme lampadario dalle dimensioni colossali (oltre 6 metri di larghezza per circa 9 di altezza) che con le sue quattro tonnellate di peso calerà dal soffitto di una delle aule delle antiche Terme: tra le più grandi sculture mai create in vetro di Murano accolta nel complesso termale più esteso di tutta l’antichità.


Foto © Francesco Allegretto

“Un lavoro iniziato prima della pandemia, ma che assume un nuovo significato, diventando una metafora della pandemia stessa”. La Commedia Umana mostra infatti il contenuto liberato di un corpo umano: la nostra interiorità aperta, le viscere della vita messe a nudo ed esposte alla vista di tutti: la nostra mortalità espressa dalle molteplici parti che definiscono la nostra stessa forma. Il vetro si rivela il mezzo perfetto per questo ambizioso progetto: “un materiale puro, che richiede una lotta affinché l’opera prenda forma”. Come la vita, il vetro è fragile, indipendentemente dal processo trasformativo a cui è stato sottoposto e da quanto maestoso possa apparire dall’esterno.


Foto © Edward Smith

Spogliata dalla sua esteriorità, l’umanità ci appare in quelle forme che si trovano in ognuno di noi: una tortuosa cascata di ossa e visceri. Ma La Commedia Umana non vuole essere un monumento alla perdita, quanto un ammonimento: pensare al futuro, ricordarci di lavorare con gli altri perché del nostro passaggio non rimangano solo poche ossa a farsi beffa di noi. Ed è proprio in quel groviglio di ossa e in quel sorriso beffardo che La Commedia Umana si specchia e dialoga con una delle opere più note del Museo Nazionale Romano, il mosaico dalla Via Appia dove uno scheletro sdraiato punta il dito sull’iscrizione “gnothi sauton”: conosci te stesso e godi della tua natura mortale finché ti è possibile.


L’esposizione è prodotta e organizzata dal Museo Nazionale Romano e Berengo Studio con la Fondazione Berengo. L’istallazione all’interno delle Terme di Diocleziano, una delle prestigiose sedi del Museo Nazionale Romano.


© Edizioni Archos

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