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La Donna


Se le persone non trovano ciò che desiderano,

si accontentano di desiderare ciò che non trovano.

Guy Debord

Nel numero sulla donna avremo tante voci femminili, ma non perché lo vogliamo, semplicemente perché le donne, anche se sono certamente in minoranza rispetto agli uomini nel mondo della letteratura, della musica classica, del teatro, della fotografia, del cinema, dell’arte in genere, hanno molte più cose da raccontare rispetto agli uomini e questo probabilmente perché affidano alle parole, alla scrittura, al sogno quello che non osano esprimere con la propria vita.

È una prerogativa della donna quella di essere palesemente complementare alla figura maschile o una caratteristica femminile? È innegabile che, al di là delle teorie ormonali, alcuni ruoli di indiscutibile prerogativa della donna (fecondazione, gravidanza, parto, allattamento) influenzano lo sviluppo cognitivo, sociale e comportamentale di entrambi.

Ma è altrettanto evidente come la donna, da sempre, venga punita dall’uomo che la insegue creando attorno a lei pregiudizi e ostacoli, innumerevoli tabù sessuali che evidenziano solo l’inevitabile debolezza maschile nel controllare le “bramosie d’amore” della femmina, al punto da svalutare del tutto il sesso mediante il celibato. Margaret Mead ipotizza che molte attività maschili, non solo i riti liturgici e quelli d’iniziazione, siano una forma di compensazione all’impossibilità di generare. È così che si spiega l’ansia maschile nell’inseguire prestigio in ogni attività, quasi un bisogno assoluto di superare la donna, frustrato dall’essere costretto a surrogare con forme diverse, spesso rabbiose e violente, il più alto atto creativo che solo la donna con la maternità riesce a compiere. Riservando solo per sé le attività religiose e di culto, vuole, in questo modo, pareggiare i conti con quanto considera veramente sacro: gravidanza e parto.

Un bisogno di affermazione e di successo anche nelle attività che, se esercitate dalla donna, perdono immediatamente di importanza come il cucinare o il cucire.

La romanziera Eva Figes, nel suo libro Il posto della donna nella società degli uomini (Feltrinelli 1970), inizia scrivendo: “La donna è stata creata dall’uomo…la visione maschile della donna non è obiettiva, ma è la combinazione imbarazzante di ciò che l’uomo desidera che la donna sia e di ciò che teme che sia...” I sistemi politici ed economici, le religioni e le rivoluzioni deformano la nostra vita, le nostre aspirazioni, i nostri sogni, ma i trattati maschili sulla donna da Sant’Agostino a Milton, da Rousseau a Freud, da Schopenhauer a Fichte sono deliberatamente finalizzati a plasmarla e rimodellarla secondo modelli utili all’uomo.

Simone de Beauvoir nel suo Secondo sesso (pubblicato in Francia nel ’49 e in Italia nel ’61) prende pacatamente atto che “non si nasce, ma si diventa donna; è la civilizzazione che produce questa creatura”. In tal senso, il danno della psicanalisi freudiana è grandissimo e non tanto per le false verità sull’inferiorità della donna e sul culto della femminilità, quanto nell’incoraggiare un conformismo che nonostante i vari pensieri post-strutturalisti, le svariate correnti lacaniane di psicoanalisi, i movimenti femministi, fatica a sradicarsi dai nostri comportamenti forse perché “gli uomini e le donne fanno più o meno quello che gli altri si aspettano che facciano e reclamano quei diritti che gli è stato insegnato desiderare” (Eva Figes).

Ma è vero che le donne sono state passivamente confezionate dall’uomo o è verosimile che sia avvenuto anche l’esatto contrario? E quanto la donna è responsabile del suo stato di sudditanza e di inferiorità visto che in fondo è lei che cresce i suoi figli maschi e non si può dire che su di essi non abbia sufficiente ascendente. Difficile comunque crederlo visto che non c’è alcun dubbio che da sempre il criterio dominante nell’organizzazione delle culture favorisce gli uomini rispetto alle donne. Molto evidente nel mondo dell’arte dove le opere delle donne sono considerate dal mercato e dai collezionisti meno appetibili rispetto a quelle degli uomini.

Del resto è così anche per gli artisti neri e questo fa molto pensare.

Il numero di ArtApp sulla Donna tuttavia non vuole declinarne il tema solo nel rapporto tra la femmina e il maschio, bensì della donna come protagonista del mondo della cultura e dell’arte, anche se è difficile affrontare l’argomento senza avventurarsi nel femminismo, nel suo retrogusto amaro di contrasti o di rinnovati rapporti di coppia e di famiglia.

Ma del resto anche l’arte maschile è costantemente ispirata e condizionata dai suoi rapporti con l’altro sesso. E poi il femminismo e il maschilismo sono tematiche esclusivamente femminili e maschili o trascendono decisamente la distinzione di genere?

Peggy Phelan, teorica femminista e critico d’arte, ci insegna che “...la razionalità permette di creare categorie mentre l’arte fornisce i mezzi per resistere ad esse”.

Concludo con un elenco di nomi presi a caso tra le tantissime donne che nella storia e nel contemporaneo hanno influenzato e influenzano la nostra cultura e il nostro modo di vivere:

Frida Kahlo, Marie Curie, Rita Levi Montalcini, Tamara de Lempicka, Artemisia Gentileschi, Maria Callas, Eleonora Duse, Grazia Deledda, Simone de Beauvoir, Caroline Norton, Maggie Tulliver, Florence Nightingale, Charlotte Bronte, Hannah Arendt, Sofonisba Anguissola, Greta Garbo, Brigitte Bardot, Agata Christie, Marlene Dietrich, Tina Modotti, Oprah Winfrey, Anna Magnani, Sophia Loren, Janis Joplin, Ella Fitzgerald, Gertrude Stein, Anna Frank, Carla Fracci, Peggy Guggenheim, Marina Abramovic, Niki de Saint Phalle, Louise Bourgeois, Saffo, Marilyn Monroe, J. K. Rowling, Elsa Morante, Lina Wertmuller, Nilde Iotti, Kathryn Bigelow, Franca Rame, Pina Bausch, Rosa Luxemburg, Sarah Bernard, Karen Blixen, Emmeline Pankhurst, Mary Wollstonecraft, Virginia Woolf, Teresa di Calcutta, Geltrude Comensoli, Gae Aulenti, Mary Shelley, Zaha Hadid, Angela Merkel, Rigoberta Menchú Tum, Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee, Tawakkul Karman, Christine Lagarde, Hillary R. Clinton, Indira Gandhi, Madonna (Maria Louise Ciccone), Julija Tymošenko , Edith Piaf, Juliette Greco, Germaine Greer, Anaïs Nin, Jane Austen, Emily Bronte, Wislawa Szymborska, Dian Fossey, Margherita Hack, Emily Dickinson, Vittoria Colonna, Oriana Fallaci, George Eliot (Mary Ann Evans), George Sand (Amantine Aurore Lucile Dupin), Dora Maar, Käthe Kollwitz, Audrey Hepburn, Sara Simeoni, Anna Bolena, Evita Perón, Katharine Hepburn, Ada Lovelace, Anna Maria Mozzoni, Harriet Beecher Stowe, Benazir Bhutto, Caterina la Grande, Cleopatra d’Egitto, Coco Chanel, Elisabetta I Tudor, Eleanor Roosevelt, Mata Hari, Margaret Thatcher, Maria Montessori, Rachel Carson, Regina Vittoria, Martha Graham, Giovanna d’Arco, Golda Meir, Elena Lucrezia Corner Piscopia, Dorothy Hodgkin, Aung San Suu Kyi, Melinda Gates, Renata Tebaldi, Elena Giannini Belotti, Lea Pericoli, Mirella Freni, Natalia Ginzburg, Rozsika Parker, Emma Goldman, Judith Butler, Martha Rosler, Griselda Pollock, Luce Irigaray, Julia Kristeva, Audre Lorde, Meret Oppenheim, Judy Chicago, Ana Mendieta, Leslie Labowitz, Miriam Schapiro, Susan Hiller, Eva Hesse, Chantal Akerman, Emily Kame Kngwarreye, Renée Green, Tracey Moffatt, Laura Cottingham, Melinda Gates, Ellen De Generes, Sheila Bair, Indra Nooyi, Ellen Kullman, Angela Braly, Anne Lauvergeon, Lynn Elsenhans, Cynthia Carroll, Ho Ching, Anne Mulcahy, Wu Yi, Sallie Krawcheck, Patricia Woertz, Brenda Barnes, Zoe Cruz, Gloria Macapagal-Arroyo, Margaret Whitman, Sallie Krawcheck, Sandra Day O'Connor, Ruth Bader Ginsburg, Megawati Sukarnoputri, Carly Fiorina...

 

Chi è | Edoardo Milesi

Architetto, Fonda nel 1979 lo studio Archos orientandosi, attraverso la partecipazione a concorsi di progettazione, verso un costruire fortemente connotato da dettami ecologicamente regolati nell’ambito di una lettura “forte” della realtà.nel 2008 fonda con un gruppo di artisti e architetti la rivista “ARTAPP” della quale è Direttore. Dal giugno 2009 è presidente del Comitato culturale della Fondazione Bertarelli. Nel 2012 fonda l’Associazione culturale Scuola Permanente dell’Abitare.

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© Edizioni Archos

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