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Luglio, agosto, settembre e ottobre

Una testimonianza pubblica contro l’omertà, il silenzio e la paura di assumere una posizione sulla questione palestinese, attraverso una serie di opere che adottano l’iconografia dell’anguria


Watermelon or not, 2024


La mostra “Luglio, agosto, settembre e ottobre” rappresenta la risposta di Fondazione Malutta a un clima politico sempre più oppressivo, contraddistinto da diffusa censura e repressione della libertà di pensiero, in particolare riguardo la questione palestinese attuale. Una testimonianza pubblica contro l’omertà, il silenzio e la paura di assumere una posizione, attraverso una serie di opere che adottano l’iconografia dell’anguria.


NEUTRO, Luglio, agosto, settembre e ottobre Fondazione Malutta


Fondazione Malutta sceglie un simbolo che, pur essendo una semplificazione, acquisisce forza ripetuta e declinata. Le bacheche di Neutro vengono popolate da carte da parati, disegni, tele e grafiche, interpretazioni degli artisti che utilizzano un frutto apparentemente innocuo in uno strumento potente di solidarietà e protesta. La mostra aspira a essere un momento collettivo, non solo di condanna delle azioni di Israele e di solidarietà con le popolazioni civili vittime di uno scontro che prosegue da diversi decenni, ma anche di riflessione sulla libertà di espressione.


Riicardo Giacomini, Mosca su anguria


A livello globale, le manifestazioni che richiedono un cessate il fuoco e la liberazione dei territori occupati, affrontano critiche, divieti e repressione. Nel frattempo, online, le principali piattaforme, come Google e Meta, sono accusate di censura su questo tema. L’uso simbolico dell’anguria diventa quindi un mezzo di espressione resistente alla rimozione, permettendo alle persone di esprimersi senza subire l’oscuramento dei contenuti. Riflettendo sulla semplicità di questo simbolo, ci rendiamo conto di quanto possa essere potente.


Giulia Maria BELLI Watermelmoon


Mentre un pensiero articolato può richiedere tempo e spazio, l’anguria è un gesto istantaneo di resistenza. La sua semplicità lo rende universale, diventando il mezzo di espressione per molti. Il titolo della mostra riprende quello della prima traccia del primo album degli Area, che fa riferimento al settembre nero in Giordania, ma anche allo scorrere del tempo e al ripetersi degli eventi.




Non è colpa mia se la tua realtà

Mi costringe a fare guerra all’omertà

Forse un dì sapremo quello che vuol dire

Affogar nel sangue con l’umanità


Luglio, agosto, settembre (nero)

IG: @__neutro | FB: Spazio Neutro

© Edizioni Archos

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