Benoît Mandelbrot sostiene che i modelli storici della matematica e della fisica usati per descrivere la natura sono incompleti: la natura è frattale
Matrice è uguale a Madre, che non significa necessariamente essere madre nei termini classici. La Madre non è solo l'associazione al partorire la vita, e quindi garantire una continuità all'esistenza dell'essere umano, ma è un codice che lavora nel Cosmo e di conseguenza, interviene dalla dimensione più grande a quella più piccola, ripetendosi incessantemente. Quello che accade ad una persona, in scala minore accade nell'Universo o negli Universi in scala infinita. Ogni nostro più piccolo movimento è un'autosimilitudine al movimento già esistente nelle costellazioni, negli ammassi stellari, nelle galassie e nei sistemi planetari. La nostra struttura umana, dalla più piccola cellula interna che compone i nostri organi, è lo specchio di una Matrice che genera forme, immagini, connessioni e tutto quello che il nostro Occhio arriva a vedere nel visibile, che la nostra Mente percepisce nelle frequenze di suoni e rumori e il nostro Cuore sente silenziosamente nell'invisibile.
[...] Il concetto di Matrice si è rivelato un codice base all'interno del quale tutto si muove e si moltiplica all'infinito, tramite un Tempo non cronologico che si espande come un frattale. Ad oggi questo codice ci consente una visione più ampia dell'entità delle cose; dal cosmo alla cellula, dal macro al micro e viceversa, riusciamo a decodificare delle forme apparentemente impossibili ma fortemente reali. Proprio nella geometria frattale, la Matrice trova la sua origine, le sue radici, la sua madre che tramite forme, immagini, colori, simboli e segni, materializza infiniti e multiformi spazi sia mentali che fisici. Ogni singolo elemento, punto, linea, forma, atomo, pensiero, emozione, acquisisce identità e diventa maggiormente conoscibile se messo in relazione con gli altri elementi, e con il tutto.
Ben lo sapeva il matematico franco-polacco Benoît Mandelbrot, padre della geometria frattale, che come un vagabondo nella scienza di quegli anni, portò avanti con convinzione i suoi studi rivoluzionari affermando nel 1975: «Il concetto di base che unisce lo studio dei frattali alle varie discipline parte dalla convinzione di un necessario superamento della geometria euclidea nella descrizione della realtà naturale. I frattali servono a trovare una nuova rappresentazione che parta dall’idea di base che il piccolo in natura non è nient’altro che una copia del grande. La mia convinzione è che i frattali saranno presto impiegati nella comprensione dei processi neurali, la mente umana sarà la loro nuova frontiera». Queste parole non sono solo frutto del risultato di equazioni matematiche, ma derivano da un osservazione attenta e frammentata di tutto ciò che circonda la nostra esistenza.
Per Benoît Mandelbrot non è stato facile portare a termine i suoi studi e le sue ricerche, perché doveva lavorare su più fronti contemporaneamente per poter descrivere, ad ogni livello, come tutto abbia una radice, perciò una Matrice di partenza, trovando il codice base che è dentro ogni cosa con una geometria che non appariva più fredda e distaccata dalla vita organica e inorganica. Con i suoi studi, finalmente si dava inizio ad un nuovo, caotico ed emozionante cammino che è arrivato ai nostri giorni modificando ogni nostra percezione del Tempo e dello Spazio. Quello che prima era diviso, ora è stato unito da una visione poetica, artistica, progettuale, scientifica e tecnologica. Al di là delle definizioni già esistenti sull'argomento, quello che è interessante percepire è la connessione tra la parola Matrice (Madre) e quella di Frattale, perché inevitabilmente una compensa l'altra rafforzandola.
Musicisti di fama mondiale hanno composto per almeno sei secoli i loro brani utilizzando inconsapevolmente una formula di musica frattale, così come accaduto per molti artisti di discipline diverse. Un caso emblematico è quello di Johann Sebastian Bach, sembra difficile da comprendere, ma la sua musica ha analogie con la geometria classica e una forte connessione con la geometria frattale. Lo stretto collegamento, tra la musica di Bach e l'insieme frattale di Mandelbrot, non rivela solo una scoperta straordinaria, ma anche una connessione poetica. Non c'è da meravigliarsi di tutto questo, se si parte dal fatto oggettivo, che la Natura ha sempre mostrato una potente e infinita Matrice Frattale.
Una similitudine lirica a cui lo stesso B. Mandelbrot era affezionato e con cui si può giungere a una momentanea conclusione di questo piccolissimo viaggio, è un passaggio del suo libro “Il Mondo dei Frattali”: “Immaginate che centotrent'anni fa un pandemico virus distruggesse l'abilità di cantare negli esseri umani, ma senza annientare quello di scrivere musica. Spartiti di grandi opere sarebbero rimasti ampiamente disponibili e un oggetto di culto e di studio intenso, e nuovi grandi spartiti sarebbero stati scritti da importanti compositori quali Verdi, Wagner ed altri. Immaginate anche che sia generata in seguito una mutazione che abbia portato alla nascita di una persona e poi di molte, con l'immunità al virus e la capacità di cantare. Evidentemente, tutti si sarebbero ricordati che Verdi e Wagner non avrebbero potuto soltanto essere letti ma anche cantati. Uno dei privilegi della geometria frattale è stato di far cantare ad alta voce, a tutti e a lungo, la difficile analisi matematica classica del tempo di Verdi”.
Estratto dall'articolo pubblicato su ArtApp 23 | L'Identità
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