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Tre sedie e una campana

Il progetto dell’artista Alessandro Fonte “Le chiavi e la soglia” anima, e rianima, il centro storico di Castelbasso, nel Teramano


"Le chiavi e la soglia" di Alessandro Fonte | Courtesy Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture | Foto © Remo Leonzi


Nel dibattito architettonico si sta assistendo all’affermazione di un tema che per molti anni è rimasto in penombra, trascurato: quello delle aree interne e dei centri storici minori, in particolare del loro progressivo spopolamento avvenuto nel secolo scorso in maniera più o meno graduale. [...] Negli ultimi anni c’è stata un’inversione di tendenza e si è tornati a guardare ai contesti marginali con interesse rinnovato; questo trend è stato acuito nondimeno dalla recente emergenza sanitaria da Covid-19 che ha rimesso in discussione gli equilibri esistenti e forzato al ripensamento del nostro modo di abitare, di relazionarci e di lavorare.


[...] Inquadrato il contesto entro il quale risulta significativo parlare di aree interne, si può introdurre il caso di Castelbasso, un centro storico che costituisce frazione del comune di Castellalto (TE), posizionato su una collina tra i fiumi Tordino e Vomano e tutto contenuto tra le fortificazioni medievali che sono ancora ben leggibili. Dai suoi 300 m s.l.m., come molti altri centri collinari abruzzesi, coglie in un colpo d’occhio le tre grandi evidenze paesaggistiche della regione: il mare Adriatico ed i massicci appenninici della Majella e del Gran Sasso. Nonostante la posizione non eccessivamente irta, né tantomeno periferica, Castelbasso non è scampata al processo di abbandono. Tuttavia dal 2008 a Castelbasso è in moto un interessante discorso artistico avviato da Osvaldo Menegaz, figlio di una emigrata di Castelbasso e ideatore della Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, che ogni estate promuove ed organizza eventi d’arte contemporanea, musica e letteratura che donano nuova linfa al paese.


"Le chiavi e la soglia" di Alessandro Fonte | Courtesy Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture | Foto © Remo Leonzi


[...] Quest'anno la Fondazione ha ospitato nello spazio pubblico antistante al Palazzo De Sanctis un interessante progetto dell’artista Alessandro Fonte, a cura di Pietro Gaglianò, pensato espressamente per la comunità di Castelbasso. Il percorso che ha condotto Fonte, giovane artista di origini calabresi con base a Berlino, ad aggiudicarsi il bando promosso da SIAE e MIBAC “Per chi crea” ed a produrre due opere racchiuse nel nome di “Le chiavi e la soglia”, è durato quasi un anno di lavoro per cogliere, assorbire e reinterpretare l’identità degli abitanti del piccolo centro teramano. Mesi in cui Fonte e Gaglianò hanno instaurato un dialogo con i residenti di Castelbasso, ascoltando le loro voci e coinvolgendoli in maniera partecipata nel percorso di ideazione delle opere che constano di tre sedie disposte in circolo ed una campana agganciata al Palazzo, entrambe legate a filo doppio con l’identità singola e collettiva del centro.


[...] La sedia, in quanto “architettura per il corpo”, come l’ha metaforicamente definita Fonte, è un oggetto che nelle realtà dei centri storici minori si carica di un significato altro: destinata a seguire chi la usa da un ambiente ad un altro e dall’interno all’esterno, spesso costituisce un prodotto estremamente personale, un’estensione di chi vi siede, che si sganghera sotto il suo peculiare peso, si adatta alla sua postura ed al suo scaricare le forze a terra, che invecchia con lui e molto probabilmente gli sopravvive. Ecco perché la scelta di alterare la forma delle sedie, oltre che a definire un’affermazione di contemporaneità, si rafforza dell’evocazione di questa flessibilità portante del legno e della paglia che rende la sedia un calco della persona.


La campana invece, pensata per scandire la vita laica del paese, ha preso forma in una storica fonderia molisana dalla fusione di alcune chiavi prive ormai da anni della loro funzione, che gli abitanti del paese hanno generosamente consegnato all’artista. Le identità individuali che si aggrappano a ciò che non c’è più qui si fanno da parte e collaborano alla rivendicazione di un’identità collettiva, fulcro universale e vero valore aggiunto della vita nei piccoli centri.


[...] Tradizione ed identità sono concetti che camminano di pari passo e, di conseguenza, le sedie nel loro alterarsi sotto il peso di una persona o sotto una manipolazione artificiale e le chiavi nel loro fondersi in una campana permettono a Castelbasso di evolvere in una nuova se stessa, eludendo una versione di sé intrappolata in un passato nostalgico e patinato, ma prendendo da quel passato le basi per un futuro a vocazione culturale inedito ed alternativo laddove il futuro sembrava non esserci.


Estratto dell'articolo pubblicato sul n. 23 di ArtApp | L'Identità


© Edizioni Archos

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