Una mostra diffusa sul marmo delle Apuane e le sue lavorazioni che si snoda nel contesto urbano carrarese
Mattia Bosco | Foto Giuseppe D'Aleo
Carrara, nei secoli, è stata frequentata da scultori internazionali sostanzialmente per due motivi: qui si trova il bianco statuario, uno dei marmi più pregiati al mondo e qui lavorano maestranze che offrono mani, saperi e laboratori al servizio degli artisti (basti pensare che Michelangelo estraeva qui la sua pietra). Incittà, fino al 1 ottobre 2023, va in scena la settima edizione di WHITECarrara023. STILL LIV(F)E, manifestazione che coinvolge l’intero centro storico con sculture e installazioni di artisti nazionali e internazionali nelle strade e nelle piazze per dare uno sguardo trasversale che, indagando sotto diverse angolature la contemporaneità della scultura, ne vuol restituire un’immagine istantanea certo non esaustiva ma comunque interessante abbastanza per innescare in chi osserva quesiti, dibattiti e molteplici spunti di riflessione su questo linguaggio in continua evoluzione, oggi più che mai in bilico tra tradizione e innovazione, purezza e contaminazione.
MOG | Foto Giuseppe D'Aleo
«Quanto è cambiato il concetto di scultura con l’introduzione della tecnologia? Quanto i canoni classici sono stati stravolti dall’utilizzo di nuovi materiali, che esulano dal marmo, intervenendo sull’arte plastica con supporti video, fotografici o robotici? Dove termina la definizione di scultura e comincia quella d’installazione?». Sono queste le domande che il direttore artistico Claudio Composti – fondatore di mc2gallery a Milano e curatore indipendente di progetti artistici – pone come chiave di lettura della sua idea di White Carrara.
Foto di Giuseppe D’Aleo
Nella progettualità della manifestazione, Carrara diviene così contenitore e insieme attore. Le opere sono messe in dialogo serrato con gli spazi in cui sono installate, innescando riletture inedite per riscoprire una città interessante, con la sua temperatura emotiva, le sue case e strade costruite con la stessa materia di cui sono fatte le montagne, i laboratori, l’Accademia, la gente che l’ha plasmata negli anni (il 30%, sono artisti), rendendola quel che oggi è.
Sergi Barni | Foto Giuseppe D'Aleo
Nel centro storico della capitale mondiale del marmo, sono dislocate le sculture di Sergi Barnils, Mattia Bosco, Stefano Canto, Michelangelo Galliani, MOG, Mikayel Ohanjanyan e Quayola, unitamente ad un’opera storica di Giò Pomodoro, collocata di fronte all’Accademia di Belle Arti di Carrara, in dialogo con le giovani promesse della scultura contemporanea. A Palazzo Binelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, è allestita la mostra Visioni plastiche. Le forme della scultura, che interpreta il tema della scultura attraverso le fotografie di Bruno Cattani, Giacomo Infantino, Simon Roberts, Carolina Sandretto, Dune Varela.
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