Emilio Pucci, un grande cavaliere antico
Lo stilista che ha rivoluzionato il mondo della moda italiano, utilizzando per i suoi capi una varietà infinita di sfumature di colori, facendosi suggestionare da quelli visti in Natura
Mostra "Bonaveri, a Fan of Pucci", Pitti Uomo - Firenze 2018 | Foto courtesy Marta Coccoluto
Nella moda, il colore ha un nome: Emilio. Nessun altro come il Marchese Emilio Pucci di Barsento, discendente di una delle più antiche e blasonate famiglie dell’aristocrazia fiorentina, nipote di una nobildonna russa e figlio di una ricca borghese d’origine napoletana, riuscì a fare del colore, o meglio della sua caleidoscopica composizione, la propria cifra distintiva. La storia del sarto - così rimarcava a chi ne riconosceva, non a torto, un artista - che come nessun altro ha esaltato il colore, rendendolo protagonista assoluto di stampe ipnotiche e fluttuanti, inizia con il bianco. È quello delle vette innevate di Zermatt, nelle Alpi svizzere, dove Emilio Pucci era solito allenarsi con la squadra olimpionica di cui faceva parte. Con fare spontaneo ma incredibilmente carico di estro e di maestria, improvvisò un corredo da sci per un’amica.
Toni Frissel, fotografa di spicco di Harper’s Bazaar, fiutò subito il tocco inedito di Pucci e gli scatti arrivarono sulla scrivania di Diana Vreeland, allora fashion editor della rivista americana. Era il 1947. Un anno più tardi, il 14 dicembre del 1948, la prima collezione sportiva di Pucci, “An italian skier designer”, uscì sulle pagine del fashion magazine più famoso e autorevole dell’epoca e il successo fu travolgente. Firmati con l’etichetta Emilio, i capi Pucci invasero i department stores più importanti d’America, come Neimar Marcus, Saks e Lord & Taylor. Al favore del mercato, fece eco la stampa di settore che riservò una grande accoglienza alle creazioni comode e pratiche realizzate dal sarto italiano. Pucci aprì così la strada allo sportswear di lusso, prima ancora che diventasse tale. Nel 1949 fu la volta di Capri, l’isola meta del jet-set internazionale, incarnazione di quello stile glamour e rilassato firmato Pucci. Esordì con una collezione mare giocata sui toni del bianco e del nero, stampata su seta. La natura dell’Isola, prorompente di colori, nutrì come una madre instancabile la creatività di Pucci.
Mostra "Bonaveri, a Fan of Pucci", Pitti Uomo - Firenze 2018 | Foto courtesy Marta Coccoluto
È nei fondali dalle mille sfumature - «scattai cinquecento foto sott’acqua, dove le rocce si immergono mutando colore: bianco, verdino, cilestrino, turchese pallido, verde oceano, zaffiro» - che nacquero i suoi colori d’acqua, è dalle sfumature dei rami delle bouganville, carichi di foglie dal violaceo al carminio, dal magenta al cremisi, e ancora rosso ciliegia e arancio bronzo, che fu tratto il Rosa Emilio, una tonalità ben definita ma che ne contiene di innumerevoli. [...] Emilio Pucci rintracciò la spontanea concordanza tra i colori disposta dalla Natura e ne fece degli abiti «dai disegni ornamentali, elaborati in continuo movimento, (stampe) che ovunque le si posizioni hanno armonia». Più tardi, saranno il sottilissimo jersey di seta, le fibre sintetiche come la lycra, l’emilioform, un tessuto elastico composto da helanca e shantung di seta brevettato da Pucci, a dare un tocco sexy ai suoi abiti, ingualcibili e leggeri. Nel 1950 aprì la sua prima boutique sull’isola, alla Canzone del Mare di Marina Piccola.
[...] Nel 1951, Giovanni Battista Giorgini gli aprì le porte di Villa Torrigiani, in via dei Serragli a Firenze, dove per la prima volta sfilò la moda italiana, davanti ai buyers americani e alla stampa internazionale. Seguiranno gli Italian high fashion show della Sala Bianca di Palazzo Pitti, che contribuirono al successo internazionale del marchio, fino al 1967 quando Pucci preferirà sfilare nel Palazzo di famiglia. Il 1954 fu l’anno della consacrazione: la produzione boutique, abiti, pantaloni, camicie, foulard, raggiunse un’audacia di colori e di stampe che gli valse il Neimar Marcus Award, l’Oscar della Moda come migliore creatore dell’anno. Seguiranno i successi della collezione Siciliana del 1956 e quella ispirata al Palio di Siena del 1957, poi quella dedicata a Botticelli del 1959, anno in cui sposò la giovane baronessa Cristina Nannini. L’uso eccentrico del colore, le stampe originali, vibranti e insieme sofisticate, l’eleganza legata a doppio filo alla funzionalità furono le componenti fondamentali della sua creatività sartoriale, che conquistò le più belle e desiderate donne del suo tempo, da Marilyn Monroe a Sophia Loren, da Elizabeth Taylor a Jackie Kennedy Onassis.
Mostra "Bonaveri, a Fan of Pucci", Pitti Uomo - Firenze 2018 | Foto courtesy Marta Coccoluto
Inventò il total look e la Puccimania contagiò poi il design e l’home décor, in netto anticipo su molti marchi. [...] Per sua stessa affermazione, fu il «primo membro della famiglia a lavorare da un migliaio d’anni», ma Emilio Pucci non era ‘solo’ un aristocratico elegante e dal gran gusto, dotato di un tocco magico per le creazioni di moda, lo definirei piuttosto un personaggio intimamente novecentesco. E non solo perché con la sua moda contribuì al riscatto di un’Italia distrutta dalla guerra e devastata dall’esperienza fascista e alla nascita del Made in Italy. La sua vita fu intrisa dallo spirito del ‘secolo breve’ e attraversata da tutti gli eventi, tragici e fortunati, che si susseguirono fino alla sua morte nel 1992. L’educazione poliglotta riservata ai rampolli dell’aristocrazia lo portò giovanissimo in America, da dove fece ritorno non prima di essersi imbarcato su una vecchia nave per un lungo viaggio in Giappone, Cina e Malesia.
Mostra "Bonaveri, a Fan of Pucci", Pitti Uomo - Firenze 2018 | Foto courtesy Marta Coccoluto
[...] Pochi anni più tardi è Ufficiale della Regia Aeronautica, con l’entrata in guerra l’audacia delle sue imprese nei cieli gli valsero tre Medaglie d’argento al valor militare, sette di Bronzo e tre Croci di guerra al valor militare. Quasi si stenta a credere sia lo stesso uomo ritratto a Capri o tra le sue modelle, su tutte Marisa Berenson e Benedetta Barzini. Pucci fu uno sportivo d’alta quota, lavorò per sperimentare nuovi materiali tessili, disegnò, tra le altre, il logo della missione lunare Apollo 15. Rivestì importanti incarichi politici nazionali e nella sua Firenze. Emilio Pucci è stato un uomo che ha segnato la storia della moda, vivendo tra nobiltà e avventura. “Un grande cavaliere antico”, per dirla con le parole di Giovanni Sartori.
Estratto dall'articolo pubblicato su ArtApp 22 | IL COLORE ➝
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