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Piero Gilardi: intelligenza artificiale e intelligenza umana

Aggiornamento: 26 giu

Negli anni '90 - ben trent’anni prima che si parlasse di Arte e Intelligenza Artificiale a confronto, l'artista si pone la problematica dell'Intelligenza Artificiale e le sue profonde implicazioni con la dimensione umana



Nel 1995 Piero Gilardi (1942-2023) uno dei più grandi artisti italiani del Novecento da poco scomparso, crea l’opera Survival, un enviroment interattivo e tecnologico, basato sulle reti digitali, che rappresentava una riflessione sul problema dell’habitat umano e sulle mutazioni culturali, ambientali ed ecologiche. L’evoluzione tecnologica ha avuto un impatto significativo sull’arte contemporanea degli ultimi cinquant’anni. Gli artisti hanno esplorato le prospettive culturali ed estetiche e le implicazioni sociali e antropologiche delle nuove tecnologie, come l’interattività, la connettività, il flusso digitale dei dati, l’intelligenza artificiale e l’ibridazione dei media.


A fine anni Ottanta Piero Gilardi intuisce che la dimensione corale e partecipativa, insita nello sviluppo delle nuove tecnologie, può implementare la potenzialità dei suoi dispositivi estetici e approda perciò a un nuovo capitolo del proprio percorso artistico: quello da lui stesso definito New Media Art. Appartengono a questa fase creativa una serie di opere interattive come Ixiana (1989), Inverosimile (1990), Survival (1995), General Intellect (1997), Connected ES (1998). Nell’installazione interattiva Survival c’è una sua parte scenica, costituita da una scacchiera a terra che riporta la mappa di una città e al suo interno ci sono degli oggetti fisici, cioè delle stalagmiti realizzate in poliuretano espanso.


Pietro Gilardi, Phantos-wall, 2003 installazione interattiva


Le persone che entrano in questo spazio possono muovere e spostare le stalagmiti come se giocassero una sorta di gioco dell’urbanista e, collocando queste stalagmiti in particolari punti, vengono dati degli input alla macchina. Sullo schermo di fronte alla scacchiera si vede l’evoluzione della città, a partire dal movimento delle stalagmiti. Questa città, però, si evolve attraverso un meccanismo che non dipendente soltanto dal pubblico, ma che ha anche una sua logica autonoma, cioè il meccanismo di un automa cellulare. Con “automa cellulare” Piero Gilardi allude a una forma di Intelligenza Artificiale “debole”, che si basa sull’automazione di software e algoritmi.


La finalità di questo progetto, che a prima vista può sembrare semplicemente un gioco ludico, è quello di proporre modelli di costruzione di nuovi centri abitati per risolvere il problema della crisi delle città, dell’affollamento delle metropoli e della loro convivenza con l’ambiente naturale. Così afferma Piero Gilardi: “Ci sono dei sociologi che dicono che bisognerebbe costruire la città, o ristrutturare le città, attraverso la partecipazione degli abitanti. E questi abitanti potrebbero, ad esempio, lavorare con un sistema ad automa cellulare come questo”. Già negli anni Novanta - ben trent’anni prima che si parlasse di Arte e Intelligenza Artificiale a confronto -, Gilardi si pone la problematica dell'Intelligenza Artificiale e le sue profonde implicazioni con la dimensione umana.


Survival 1995, bozzetto per installazione interattiva. Courtesy Fondazione Centro Studi Piero Gilardi


“Il suo ottimismo consiste proprio nella certezza che molte esperienze di vita artificiale, di cognitivismo, di bionica, di interconnettività individuano una positiva possibilità di evoluzione dell'individuo e dell’ecologia sociale” (E. Rentetzi Piero Gilardi, dai tappeti natura alle installazioni interattive, in “Art ton Web. Punti di vista sull’arte”, 2008). Ecologia naturale e sociale dunque sono stati i temi portanti al centro della riflessione artistica di Piero Gilardi, in una visione entro cui le relazioni individuali sviluppano la coscienza di un nuovo Io, molteplice e collettivo, orientato verso una nuova e più equa coscienza ecologica, di maggiore giustizia sociale.


Piero Gilardi, Surivival, 2017, installazione interattiva per Parma 360 Festival. Courtesy Fondazione Centro Studi Piero Gilardi. | Foto di Massimo Dall'Argine.


Questa riflessione sull’ecologia è evidente anche in una delle opere più recenti che ha realizzato nel 2017, intitolata La tempesta perfetta dove richiede all’intelligenza umana (non più quella artificiale) di sensibilizzarsi e attivarsi per fermare il disastro ecologico degli uragani e delle tempeste, un disastro annunciato ma che sta diventando sempre più un problema concreto per l’equilibrio del nostro Pianeta. Siamo infatti entrati in quella che un prestigioso climatologo come James Hansen ha definito “l’era delle tempeste”: “Tempeste: questa è una delle parole che caratterizzano di più il clima nel XXI secolo”. Viviamo in un tempo storicamente incerto, impotenti di fronte agli eventi estremi del clima che sta gradualmente, ma ineluttabilmente, peggiorando le condizioni della vita biologica sulla Terra.


Secondo Gilardi “oggi la questione nodale è che occorre riequilibrare il Pianeta, il che significa ritrovare una proporzione nel rapporto tra le attività antropiche e l’ambiente. Per fare questo occorre cambiare i rapporti di forza tra le classi sociali, tra città e campagna, tra Nord e Sud del mondo” (Piero Gilardi, La tempesta perfetta, in AA.VV., Piero Gilardi, La tempesta perfetta, catalogo della mostra (Galleria Giraldi, Livorno, 15 febbraio - 15 aprile 2018), Prearo Editore, Milano). La struttura si compone di un tapis roulant per l’esercizio podistico e di un monitor; lo scaffale è sormontato da un simulacro di una palma tropicale stravolto dalla tempesta.


Quando una persona del pubblico sale sul tapis roulant e ne attiva il bottone, inizia la performance interattiva: i ventilatori sollevano in una sorta di turbine le stringhe di organza che investono le gambe della persona; sul monitor appare l’immagine dal satellite di un uragano; si avvia una colonna sonora ispirata al Concerto in Si minore di Mozart. Dopo alcuni istanti compaiono in lenta sequenza le seguenti diciture, volte ad attivare in maniera partecipata ed emozionale la sensibilità dello spettatore:

1 - POSSIAMO FERMARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

2 - POSSIAMO AVVIARE LA CONVERSIONE ECOLOGICA

3 - ATTIVIZZIAMOCI TUTTI.

 

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