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Bullet Train Explosion: adrenalina e umanità

Un thriller giapponese, diretto da Shinji Higuchi, remake dell’omonimo film del 1975, che bilancia action e riflessione su temi esistenziali



Shinji Higuchi è un regista giapponese il cui nome non suonerà particolarmente familiare alle nostre orecchie educate da decenni di anglofonia e cultura cinematografica prettamente americana, ma si tratta di uno dei più influenti registi del cinema nipponico degli ultimi trent’anni, specialmente quando parliamo del genere tokusatsu (film d’azione giapponesi con largo utilizzo di effetti speciali) sia come regista sia come direttore degli effetti speciali.


Se guardiamo nel suo curriculum scopriremo come invece abbia influenzato la cultura mondiale di più di una generazione con una carriera iniziata negli anni ‘80 e costellata di grandi successi. Quando citiamo il classico dell’animazione nipponica anni ‘90 “Nadia - Il mistero della Pietra Azzurra” lo vediamo alla regia di gran parte degli episodi, ma restando nel mondo dell’animazione è con "Neon Genesis Evangelion" (considerata da alcuni la più grande serie di animazione di sempre) che il suo nome entra letteralmente nella storia, essendo il nome del protagonista un omaggio a Shinji Higuchi stesso, che curerà anche la sceneggiatura del film conclusivo dell’anime “The End Of Evangelion”, datato 1997.


Frame di “Bullet Train Explosion”


In queste settimane è stato pubblicato direttamente sulla piattaforma di streaming Netflix il suo ultimo film: “Bullet Train Explosion”. Si tratta del sequel di uno dei più grandi successi nei cinema giapponesi del 1975 dal titolo “The Bullet Train” (per la regia di Satô, da alcuni definito il "Friedkin giapponese"), “Bullet Train Explosion” ha una breve intro che permette di conoscere alcuni dei personaggi principali della storia, ma dopo pochi minuti siamo catapultati nel pieno dell’azione: c’è una bomba sullo Shinkansen diretto a Tokyo ed esploderà se la velocità del treno proiettile scenderà sotto i 120 km orari, l’unico modo affinché i terroristi disinneschino l’ordigno è che venga versata una quota di cento miliardi di yen, ma i criminali non chiedono semplicemente il versamento, vogliono che la somma venga corrisposta da tutti i cittadini giapponesi con una piccola donazione a testa per dimostrare quanto le persone comuni tengano realmente al proprio prossimo.


“Bullet Train Explosion” rivela sin da subito la sua natura di film corale e ci mostra la tensione da diversi punti di vista. Il controllore, la pilota e l’assistente di bordo prendono in mano la situazione e con una dedizione al limite del possibile cercano di mantenere una calma che sfugge più volte al controllo. L’influencer cerca soluzioni tramite il proprio potere mediatico incoraggiando i propri followers e l’intera nazione a donare. Il politico in decadenza richiama all’ordine mentre alcuni passeggeri si danno al panico. Fuori dal treno abbiamo altri due punti di vista altrettanto importanti: il Parlamento e l’ufficio tecnico delle ferrovie che collaborano per cercare una soluzione escludendo completamente l’eventualità di versare il denaro per non creare un pericoloso precedente, andando in trattativa con dei terroristi.


Frame di “Bullet Train Explosion”


La regia di Higuchi è piena di ritmo, esalta le emozioni, ma resta fedele al voler omaggiare il grande predecessore degli anni ‘70 non solo richiamandolo nella struttura (anche in “The Bullet Train” veniva piazzato un ordigno su uno Shinkansen che sarebbe esploso se fosse sceso sotto ai 120 km orari), ma citandolo apertamente, ponendo la storia all’interno dello stesso mondo narrativo richiamando anche alcuni dei personaggi del primo film.

 

Per la maggior parte di noi questa trama aprirà un cassetto della memoria che ci riporta a una storia simile. Ricordiamo tutti, infatti, Keanu Reeves e Sandra Bullock protagonisti di “Speed” (1997) per la regia di Jan De Bont (ispirato dichiaratamente al film giapponese) ma nel confronto non possiamo non restare stupiti da una sceneggiatura che punta su un altro tipo di tensione: non ci sono momenti comici, non c’è romanticismo, la portata delle emozioni è decisamente più ampia. A differenza dell’action anni ‘90 americano, il blockbuster di Shinji Higuchi vuole emozionare, ma anche smuovere le coscienze, invita alla riflessione sul concetto di dolore, desiderio di vendetta, solitudine, coscienza globale e distanze generazionali ed è forse su questo ultimo punto che “Bullet Train Explosion” diventa un bellissimo film d’azione da guardare assieme ai propri figli adolescenti.


Frame di “Bullet Train Explosion”


Il sequel si pone nei confronti del primo capitolo della storia esattamente come un figlio nei confronti del padre: ne raccoglie l’eredità, ne critica le fragilità, soffre del confronto, ma esplode di forza nuova ampliandone i temi, approfondendo il dramma umano con una potente critica alla società giapponese moderna (ma non solo) dove le regole della boom generation non possono più venire accettate o comprese dalla generazione zeta e lasciano le generazioni x e millennial a dover gestire uno strano divario nel quale sono completamente soli ed isolati per diritti, capacità decisionali e libertà d’azione.

 

“Bullet Train Explosion” si differenzia dalla maggior parte degli action movies ai quali siamo abituati perché non esiste un buono o un cattivo, esiste solo un enorme divario comunicativo nel mondo che forse solo gesti eclatanti possono riempire, pur lasciando senza risposte o tanto meno soluzioni. Shinji Higuchi negli anni ci ha abituato ai grandi effetti speciali dei film kaijū (i mostri tipici della fantascienza giapponese) come Shin Godzilla e la trilogia di “Gamera” dove già affrontava con grande sensibilità i temi della crescita e della cecità di alcune generazioni verso le altre, ora ci mostra come un film d’azione non necessiti di giganteschi effetti speciali quando le storie umane al suo interno sono altrettanto forti ed emozionanti.


Frame di “Bullet Train Explosion”


Sia ben chiaro che l’azione è presente eccome, non mancano tentativi di salvataggio estremi, gesti eclatanti e spettacolarità (specialmente nell’adrenalinico finale), ma a visione conclusa quello che ci resta sono due lezioni molto oneste: la prima è che dobbiamo essere pronti a poter essere stupiti dall’umanità di alcuni e la seconda è che dobbiamo imparare ad accettare che non possiamo sempre salvare qualcuno dalle proprie idee perché difficilmente le cambieranno. “Bullet Train Explosion” è per tutti quelli che cercano una bella storia, ma non hanno voglia di guardare un film drammatico o temono di annoiarsi con il cinema d'essai. Grazie alla maestria di Higuchi possiamo staccarci dai cliché del cinema spettacolare americano tradizionale senza rinunciare ad entertainment e azione cogliendo anche una bella occasione per cambiare orizzonti, stili e perché no, appassionarsi a un nuovo modo di fare cinema.

 

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